PALERMO – Nel sottosuolo del Parco Cassarà sono presenti tracce di cianuro, idrocarburi e sfabbricidi. E i tempi per la riapertura, anche della parte di parco che dà su corso Pisani, si allungano inevitabilmente.
A confermare la brutta notizia sono stati i consiglieri comunali Paolo Caracausi di Italia Viva, Concetta Amella del M5s e Massimo Giaconia di Avanti Insieme al termine di un sopralluogo della III Commissione consiliare all’interno del polmone verde, chiuso ormai da sette anni. Il parco è stato posto sotto sequestro dalla Magistratura nel 2014 e attualmente è diviso in tre zone: una verde, estesa circa 15 ettari e accessibile da corso Pisani, una rossa (inibita al pubblico) e una gialla, che fa da cuscinetto tra le due.
All’ispezione, che fa seguito a quella dei tecnici comunali, dell’Arpa e dell’ex Provincia, hanno partecipato il presidente della IV Circoscrizione Silvio Moncada, i consiglieri circoscrizionali Nino Tuzzolino, Salvatore Lupo e Giuseppe Di Vincenti, rappresentanti di Legambiente, Wwf e dell’associazione ComPa Aps, il dirigente dell’Ufficio Ambiente Francesco Fiorino e il responsabile del Coime Francesco Teriaca.
A maggio era stato proprio Fiorino a lanciare l’allarme durante una seduta telematica della III Commissione, quando aveva ammesso che i primi risultati delle analisi del sottosuolo (e in particolare della falda acquifera sotterranea) non sembravano incoraggianti: “Si farà un’analisi del rischio – aveva anticipato il dirigente – per capire se la situazione nella falda e nel sottosuolo è paragonabile a quella del territorio e dell’intera falda palermitana o se ci sono problematiche specifiche. Da queste valutazioni si capirà se bisogna procedere con una caratterizzazione ancora più approfondita delle sostanze inquinanti, con tempi sicuramente non brevi, oppure se si può ipotizzare un percorso più agevole e arrivare alla riapertura di questa parte del parco. Per quanto riguarda i problemi nel sottosuolo, non sono diffusi ma limitati a due o tre punti specifici. Per quanto riguarda la falda, invece, le problematiche sono diffuse”.
Una volta confermata la presenza di sostanze inquinanti, “a questo punto è indispensabile che all’analisi dei dodici carotaggi eseguiti lo scorso marzo segua la redazione di un progetto per individuare, diversificare e delimitare queste aree compromesse”, hanno detto Caracausi, Amella e Giaconia.
Serve, hanno aggiunto, “un bando, da pubblicare il prima possibile, per redigere il progetto di caratterizzazione del Parco Cassarà. Si tratta di uno step da compiere con urgenza per poter procedere a eventuali bonifiche, ossia la condizione necessaria per riaprire al pubblico almeno parzialmente questa grande area verde diventata emblema del verde negato a Palermo. Ribadiamo l’impegno della Commissione a fianco dei cittadini, delle associazioni ambientaliste e della Circoscrizione affinché l’Amministrazione si impegni a reperire le risorse necessarie per farlo. Senza il progetto di caratterizzazione il parco Cassarà rischia di non aprire più”.
“La parte di parco adiacente corso Pisani – ha confermato sui social l’associazione ComPa Aps – si trova in ottime condizioni e il cinguettio ha accompagnato tutto il sopralluogo. Qui, purtroppo, si fermano le buone notizie. Solo dopo la caratterizzazione si potrà procedere con una possibile, parziale riapertura del parco dopo le eventuali bonifiche ritenute necessarie. Insomma, i tempi si allungano enormemente e la priorità diventa recuperare i fondi e pubblicare il bando per redigere il progetto di caratterizzazione del parco”.