PALERMO – La questione partecipate, con particolare riferimento alla situazione della Rap, continua a tenere banco nel capoluogo siciliano. Nei giorni scorsi a riaccendere i riflettori su questo tema è stato il consigliere comunale di Progetto Palermo, vice presidente della III Commissione consiliare, Massimo Giaconia, che ha chiesto all’Amministrazione del sindaco Roberto Lagalla maggiori dettagli sulla “visione di rilancio e di sviluppo delle società partecipate”.
Per il consigliere, infatti, si starebbe via via escludendo “la continuità della gestione pubblica dei servizi pubblici locali” con “l’esclusivo obiettivo di affidarli ai privati. Una strategia che prende sempre più forma, come sta accadendo con l’Amg, cui è stato proposto un contratto di servizio a ribasso, sia sul piano della durata, sei anni e non venti come il vecchio contratto, che sul piano del corrispettivo, stesse risorse ma più interventi di manutenzione e penali più aspre nonostante la maggior parte degli impianti di pubblica illuminazione siano vetusti”.
“O come per la Rap – ha aggiunto Giaconia – sull’orlo del collasso economico-finanziario, meno 7,5 milioni nei primi nove mesi del 2023, e organizzativo per responsabilità di questa Amministrazione comunale che, nonostante le infinite rassicurazioni e impegni assunti con i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali, le fantomatiche misure correttive più volte preannunciate per il risanamento dei conti, non sono mai arrivate”.
Per il rappresentante della III Commissione l’Esecutivo “non ha neanche provveduto al trasferimento dei 20,3 milioni di euro di crediti riconosciuti alla Rap per la gestione del percolato delle vecchie vasche di Bellolampo, nonostante il Consiglio Comunale abbia approvato l’11 ottobre 2023 la delibera di variazione di bilancio e il 13 ottobre 2023 la delibera per il riconoscimento del debito fuori bilancio.
“La nostra città – ha concluso – merita servizi efficienti e siamo convinti che le aziende partecipate del Comune siano all’altezza di assicurarli se la volontà di questa Amministrazione fosse quella di rilanciarle. Siamo convinti che privatizzare non vuol dire assicurare alla cittadinanza servizi efficienti con costi inferiori”.
La situazione di tensione all’interno di Rap è stata palesata anche dalla Fit Cisl Sicilia, che con una nota a firma del segretario generale Dionisio Giordano ha evidenziato le tante perplessità dei lavoratori sul futuro dell’azienda: “Da un lato l’Amministrazione assume impegni economici verso la società, che poi non concretizza, dall’altra la stessa Amministrazione impedisce, con le note dei suoi uffici, le assunzioni e poi chiede servizi in efficienza”.
“La Rap vanta – ha aggiunto – un credito certificato di quasi 40 milioni nei confronti del Comune, ha consentito con la sua firma nella transazione con la Curatela fallimentare Amia un risparmio per il Municipio di quasi 50 milioni, ha 171 mezzi nuovi in autoparco fermi per mancanza di personale. Il Comune sdogani le assunzioni o, dopo aver ritirato la firma dagli accordi, andremo in sciopero”.
Nel frattempo l’Amministrazione è al lavoro per cercare di risolvere le numerose criticità in atto. Un compito difficile che spetta in particolare all’assessore ai Rapporti funzionali con Rap, Pietro Alongi, entrato in Giunta soltanto alla fine dello scorso anno ma con già tanto questioni scottanti tra le mani. Il suo impegno è stato ribadito soltanto qualche giorno fa nel corso di un’audizione della già citata III Commissione consiliare, dove ha ribadito la volontà di lavorare al massimo delle sue capacità per rendere Palermo una città più pulita e vivibile.
Nel corso dell’incontro, l’assessore non ha nascosto le pesanti criticità che ancora adesso caratterizzano Palermo e la scarsa organizzazione di Rap e Reset, da lungo tempo alle prese con mezzi e uomini insufficienti. A fronte di tutto ciò l’assessore Alongi ha comunque assicurato l’adozione di prossimi provvedimenti a breve e lungo termine per migliorare i servizi resi ai cittadini palermitani.