PALERMO – Nella giornata in cui il capoluogo siciliano si è finalmente liberato dalle stringenti restrizioni connesse alla zona rossa, il sindaco Leoluca Orlando ha concesso una lunga intervista a Radio Cusano Campus – emittente dell’Università Niccolò Cusano interamente votata agli approfondimenti storici, politici, culturali, economici, geopolitici – in cui ha fatto il punto sull’emergenza in città, sottolineando ancora una volta la necessità di non abbassare la guardia di fronte al Covid-19.
“Centoventimila morti – ha affermato – sono già una strage. Noi stiamo qui a discutere apertura sì o apertura no, ma se non si rispettano le regole elementari non si va da nessuna parte. Come si fa a controllare con questo sistema a maglie larghe? L’incoscienza di una minoranza ha già prodotto una strage. Siamo il Paese in Europa con più morti”.
Il primo cittadino si è soffermato sull’acceso dibattito che mette a confronto la necessità di riaprire il prima possibile evidenziata dal tessuto produttivo e l’esigenza di effettuare comunque controlli serrati per evitare il diffondersi del contagio. “Continuare questo balletto non serve – ha aggiunto – bisogna che i media martellino i cittadini, facciano comprendere alle persone che non devono nascondersi dietro l’alibi che non ci sono controlli, perché non si possono controllare sessanta milioni di persone. L’altro giorno a Palermo sono state ordinate quaranta pizze dalla stessa persona: è difficile che fossero tutte per lui e per la sua famiglia”.
Ieri, come detto, è arrivata la comunicazione sulla fine della zona rossa per il capoluogo siciliano, ma su questo punto Orlando ha voluto fare chiarezza. “Non c’è stata zona rossa – ha affermato – è stato un rosa pallido. Occorre indirizzare tutte le energie e le risorse per spingere quella minoranza di italiani che non rispettano le regole individuali a rispettarle per il bene proprio e della collettività. Il sistema del lockdown era un sistema diverso, lì era facile fare i controlli. La storia dei colori sembra un concorso a premi: sei bravo se sei giallo, non sei bravo se sei rosso. Bisogna capire che non è un concorso a premi”.
Nei giorni scorsi il sindaco di Palermo, di fronte al preoccupante numero di contagi registrato, ha lanciato un durissimo monito a quelli che ha definito “incoscienti”, chiedendo loro di rivedere i comportamenti individuali per evitare “una strage, non soltanto umana ma anche economica”.
“In seguito – ha raccontato Orlando – ho ricevuto un grande numero di consensi. Questo fa capire che è una minoranza che non rispetta le regole, che ordina quaranta pizze a casa. Non si è interiorizzata la circostanza che ci sono stati centoventimila morti: è come se non ce ne rendessimo conto. Altra cosa riguarda la parte economica: abbiamo chiesto al Governo che ci sia un intervento non più di ristori tardivi e inadeguati, bisogna eliminare i costi fissi per aiutare le imprese, perché quando finirà la Cig ci saranno milioni di disoccupati”.
Infine, il primo cittadino palermitano ha cercato di gettare acqua sul fuoco dell’infuocato dibattito sul coprifuoco. “Il Governo – ha detto – ha assunto una norma di prudenza che è in qualche modo una mediazione, ma ha anche detto che quando i dati lo consentiranno è pronto a prolungare l’orario del coprifuoco. Ma questo dibattito è solo politico. Il problema è che chi va al ristorante non rispetta le regole, che le persone continuano a comportarsi come nulla fosse”.
“Bisogna far capire ai cittadini – ha concluso – che sono responsabili delle loro azioni, senza scaricare la responsabilità sulle Forze dell’ordine. Facciamo un coro nazionale per dire ‘cretino’ a chi non rispetta le regole”.