PALERMO – Meglio fuori che dentro, forse, quando si tratta di pubblici servizi. Eppure l’esternalizzazione, in crescente espansione soprattutto a partire dagli anni Novanta, non smette di generare pareri discordanti. Sentimenti che, comunque, non valgono a svilire la spinta dei Comuni (anche siciliani) ad affidare ad aziende private l’espletamento di alcune funzioni di interesse generale.
È proprio l’outsourcing a consacrarsi come pratica comune per le amministrazioni locali al fine di garantire una serie di benefici, sia economici sia sul piano della qualità dei servizi. Una spinta che, fin dall’origine, ha avuto un trend in aumento. Per la Sicilia, già i dati relativi al primo decennio del 2000 registravano un incremento della diffusione degli organismi partecipati che, in alcuni periodi, ha sfiorato anche picchi del 3% rispetto all’anno precedente. Una percentuale forse minima se paragonata alle quote a due cifre di regioni come il Trentino Alto Adige, ma anche indicativa se adeguatamente contestualizzata alla luce del divario che, sotto certi aspetti, ancora separa il Nord e il Sud italiano.
Senza neppure allontanarci dal capoluogo siciliano, è possibile pensare alla Rap per la gestione dei rifiuti (costituita nel 2013), così come ad Amap per il servizio idrico. E se è vero che in certe vicende più controverse, come quella della depurazione dei reflui, il meccanismo dell’esternalizzazione sembra far fatica a superare un certo stallo, è anche vero dall’altra parte che questo sistema continua a porsi come l’alternativa prediletta dagli enti pubblici non solo per garantire alcuni servizi, ma anche per coniugarli con le esigenze del nostro tempo: innovazione, sostenibilità, attenzione ai temi ambientali.
Continua, specie da parte dei meno inclini a supporre la buona fede, la tendenza ad avvertire sempre odore di “inciucio” nel rapporto pubblico-privato. Ma alla diffidenza, spesso, si contrappone la richiesta di ricorrere all’esternalizzazione per far fronte a varie difficoltà, dalla precarietà dei dipendenti alla discontinuità di un servizio, al punto che in certi casi vien da pensare che, senza esternalizzare, alcuni servizi sarebbero scadenti o addirittura inesistenti. Questo potrebbe valere per il già citato settore idrico o di pulizia urbana, ma anche per altri casi ricorrenti come le ristorazioni nei contesti pubblici o i servizi di assistenza nelle scuole.
Sempre in riferimento al palermitano, uno degli ultimissimi casi di esternalizzazione è stato quello del Comune di Bagheria, che ha affidato a una ditta esterna la gestione dell’illuminazione pubblica, come comunicato dal sindaco Filippo Tripoli in una conferenza svoltasi alla presenza dell’assessore Massimo Cirano e del geometra Onofrio Lisuzzo. “Al nostro insediamento – ha detto Tripoli – abbiamo trovato condizioni fatiscenti e compromesse. Finora abbiamo messo in campo interventi per tamponare queste problematiche, disponendo di un solo elettricista comunale coadiuvato da due collaboratori.” Adesso, in prosecuzione del piano di relamping già finanziato con 2 milioni e 198 mila euro a valere sui fondi di Agenda Urbana, l’illuminazione pubblica viene affidata alla ditta Baaria Light, individuata con le procedure del Project Financing.
La ditta gestirà il servizio per i prossimi vent’anni e si occuperà dell’efficientamento (entro 18 mesi) di tutto il sistema di illuminazione, della reperibilità e della manutenzione ordinaria e straordinaria, diventando inoltre responsabile penale e civile dell’impianto. Il Comune, invece, come detto dal sindaco Tripoli: “Svolgerà il ruolo di controllore della ditta affinché adempia a tutti gli obblighi stabiliti”.
Una novità che, secondo l’Amministrazione, porterà con sé diversi benefici. “Abbiamo riscontrato – ha concluso Tripoli – che la gestione interna è improduttiva, inefficiente e inefficace. Esternalizzare, invece, consente servizi migliori senza costi aggiuntivi. Il Comune pagherà alla ditta il canone mensile della bolletta, ma non ci saranno nuove spese per manutenzione e dipendenti che, quindi, non dovranno più essere previste in bilancio”.