PALERMO – Il Consiglio comunale telematico ha approvato un debito fuori bilancio da 9,75 milioni di euro per coprire i costi extra che la Rap ha dovuto sostenere tra agosto e dicembre 2019 per trasportare i rifiuti nelle discariche etnee dopo la saturazione della sesta vasca di Bellolampo. Lo stesso identico problema si ripresenterà per il 2020, ma per il momento il sindaco Leoluca Orlando ha incassato un risultato prezioso dopo mesi di tribolazioni a causa di una maggioranza fragile, che questa volta si è ricompattata attorno al primo cittadino.
È un provvedimento complesso e delicato, tanto da far paventare a qualcuno il rischio del danno erariale (e anche per questo ieri il primo cittadino ha precisato che tutto il carteggio sarà quanto prima spedito alla Corte dei Conti). Per legge, infatti, tutti i costi legati al ciclo dei rifiuti dovrebbero essere coperti dalla Tari. Un aumento considerevole della bolletta sui rifiuti, però, sarebbe stato impopolare oltre che insostenibile per le famiglie e le aziende palermitane, colpite duramente dalla crisi economica esplosa con la pandemia.
Una decisione al limite, dunque, che una parte del Consiglio avrebbe voluto addossare all’Amministrazione attraverso un emendamento proposto da Ugo Forello ed elaborato dalla Commissione Bilancio alla luce “dei profili di criticità contabile rilevati dal ragioniere generale” e “di un piano economico-finanziario della Tari” che “non quantificava con precisione i costi per trasportare i rifiuti fuori dalla provincia di Palermo e non contemplava i tempi di realizzazione della settima vasca”. Alla fine l’emendamento Forello è stato bocciato e in Aula è passata la linea della Giunta.
“Un voto politicamente importante – ha commentato Orlando dopo l’approvazione del debito fuori bilancio – che in modo chiaro conferma il sostegno della maggioranza del Consiglio comunale alla Rap e ai suoi lavoratori, permettendo di affrontare in modo più sereno un periodo certamente difficile per tutte le aziende partecipate dai Comuni. Credo che la maggioranza del Consiglio comunale abbia dimostrato grande maturità con un voto che è certamente impegnativo, ma che dimostra anche grande lungimiranza”.
“Impegnativo” a tal punto che una buona parte dell’Aula, anche della maggioranza, non ha nascosto un certo timore per le conseguenze: “I consiglieri e le consigliere che come noi hanno votato favorevolmente la delibera – ha sottolineato dal gruppo Avanti Insieme – si sono assunti pesantissime responsabilità, soprattutto personali, considerato che detta delibera è arrivata con i pareri non favorevoli da parte del ragioniere generale nonché del Collegio dei Revisori dei conti. Quella del Consiglio è stata una scelta forte e di grande senso di responsabilità nei confronti della città, che ha tenuto conto del concreto rischio di un’emergenza igienico-sanitaria che poteva verificarsi in città qualora la Rap non fosse stata messa nelle condizioni di pagare il trasporto e il conferimento extraurbano. Ovviamente, la questione degli extra costi non si risolve con l’approvazione di questa delibera che riguarda il 2019: è infatti indispensabile che l’Amministrazione comunale senza indugio chieda alla Regione Siciliana il rimborso delle spese aggiuntive che la Rap ha già affrontato e quelle che affronterà in conseguenza del persistente ritardo nella realizzazione della VII vasca”. L’Ars ha teso la mano con l’ultima Legge di Stabilità stanziando un contributo di 7,5 milioni per sostenere i costi di smaltimento del percolato e di trasporto dei rifiuti.
Critica l’opposizione. Per il M5S “l’approvazione della delibera sul debito fuori bilancio in favore della Rap, in assenza peraltro di un bilancio di previsione, certifica definitivamente il fallimento nella gestione dei rifiuti e nella raccolta differenziata e, più in generale, il fallimento del sistema Palermo targato Orlando. Un quadro dal quale emerge la totale assenza di pianificazione economica e di programmazione politica a favore di un perdurante e sistematico scaricabarile da parte dell’Amministrazione comunale su altri soggetti, con l’attribuzione di responsabilità non imputabili alla Rap, società partecipata vittima del proprio socio unico, che dovrebbe ricevere l’importo economico corrispondente ai costi già sostenuti”.