PALERMO – Ci sono voluti due giorni di rinvii e polemiche, ma alla fine il Consiglio comunale ha approvato la variante urbanistica al Piano regolatore che autorizza la costruzione della fermata Turrisi Colonna e la conseguente chiusura dell’anello ferroviario con la realizzazione del secondo tratto dalla stazione Politeama alla stazione Notarbartolo. Il tracciato interesserà in particolare piazza Lolli, via Malaspina e via Brunetto Latini.
Come spiegato dall’Amministrazione comunale in una nota, il semaforo verde di Sala delle Lapidi “consentirà a Rfi di bandire la gara entro il termine previsto del 31 marzo per non perdere un finanziamento aggiuntivo di 30 milioni necessari a completare il quadro economico di circa 130 milioni per la realizzazione delle opere ferroviarie legate alla tratta e alla stazione. I lavori saranno consegnati entro fine anno e dureranno circa quattro anni”. Se si fosse andati oltre la scadenza del 31 marzo sarebbe subentrato il commissario (già nominato) della Regione Siciliana.
Malgrado i tempi stretti, il dibattito in Aula non è filato via liscio, con due rinvii causati prima dalla mancanza dei pareri e poi dal ritardo dell’assessore all’Urbanistica Maurizio Carta, che non ha fatto in tempo a partecipare a una seduta a causa dei suoi impegni istituzionali. Un’altra seduta è saltata per mancanza del numero legale, con assenze tra i banchi dell’opposizione ma anche della maggioranza. Malgrado il percorso accidentato, alla fine la delibera è passata all’unanimità.
La nuova fermata Turrisi Colonna “concorrerà alla riqualificazione dell’area retrostante l’ex Stazione Lolli – hanno spiegato ancora da Palazzo delle Aquile – e, in prospettiva, alla riqualificazione di un ampio tratto di sedime ferroviario fino alla Stazione Notarbartolo con la realizzazione di un parco vegetale, piste ciclabili, zone per lo sport all’aperto che saranno progettate in stretta sinergia con il Comune di Palermo, anche attraverso un concorso di idee, così come ribadito dalla Commissione Urbanistica e votato in Consiglio comunale”.
Nei giorni scorsi il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore Carta hanno incontrato Rfi “per assicurarsi che le opere di rigenerazione urbana inserite nel masterplan, e non oggetto dell’attuale gara, possano essere progettate e realizzate in sincronia con le opere ferroviarie, in modo da dotare il quartiere della bellezza e sicurezza che merita, senza un insopportabile differimento delle opere indispensabili di riqualificazione dello spazio pubblico. Per questo è stato convenuto di impegnarsi a utilizzare anche le risorse economiche residue della prima fase dell’anello ferroviario, accordo che è stato trasformato in un impegno attraverso un emendamento della Commissione Urbanistica e approvato dal Consiglio comunale”.
“Le varianti urbanistiche ex articolo 7 – ha commentato Carta – sono argomento delicato poiché tendono a sottrarre potestà pianificatoria al Comune. Per questo, d’intesa con il Consiglio comunale e in particolare con la Commissione Urbanistica, abbiamo sempre introdotto delle prescrizioni o indirizzi utili a rafforzare l’interesse urbanistico dell’intervento. Anche in questo caso, in una fertile sinergia con la Commissione e in dialogo con Rfi, il Comune si assicura la realizzazione delle opere di rigenerazione urbana complementari alle opere ferroviarie, contribuendo alla più generale riqualificazione dell’area Lolli-Notarbartolo, sempre più nuova centralità urbana”.
La chiusura dell’anello ferroviario è “un’opera strategica, di circa 130 milioni, che si attendeva da anni – ha commentato il presidente della Commissione Urbanistica, Antonio Rini – e per cui abbiamo svolto un importantissimo lavoro di sinergia, approvato all’unanimità. La Commissione, infatti, ha apportato tante migliorie e interventi a beneficio della città, che prima non erano previsti. Per esempio, saranno realizzati un parco vegetale, piste ciclabili, zone per lo sport all’aperto, servizi igienici pubblici e, infine, la progettazione e la realizzazione di fondamentali interventi in via Francesco Spallitta e via Adrian Gian Giacomo”.
Oltre alla richiesta di realizzare un parco, piste ciclabili e servizi igienici e di intervenire in via Spallitta e via Giacomo, il Consiglio ha inserito altri due ordini del giorno per ripristinare la viabilità tra via Sardegna, via Alcide de Gasperi e via dei Nebrodi e per completare (o meglio rifare) la rambla delle polemiche in via Emerico Amari, argomento per il quale si è battuta la consigliera del gruppo Oso Giulia Argiroffi, sottolineando i gravi ritardi nell’esecuzione dei lavori: “Il primo stralcio dell’anello ferroviario doveva essere costruito in tre anni e, invece, se finisse, come è stato detto, a giugno ne saranno passati otto. È qualcosa di inaccettabile, un disastro davanti agli occhi di tutti. L’Anac, non io, ha attestato una gravissima responsabilità da parte di Italferr e del Comune. Nessuno ha mai chiesto un risarcimento danni. In questi anni sono state chiuse 33 attività commerciali, senza contare il danno che tutta la cittadinanza ha pagato tra via Sicilia, via Amari e piazza Politeama. Un disastro e una totale mancanza di controllo del territorio”.
“Si è deciso – ha insistito Argiroffi – di non andare alla guerra e di far passare tutto prima alla Tecnis e poi alla D’Agostino. Perché non sono state chieste le penali per questi ritardi? Facciamolo e destiniamo quei soldi alla realizzazione della rambla di via Amari, che è il vero ingresso alla città, la cerniera tra il centro e il porto. Oggi la rambla è un disastro vergognoso”.