Teatro

Palermo, teatro, Irina Brook tra Shakespeare e Cechov

Un atto d’amore per la madre è quello che Irina Brook sta realizzando a Palermo, per il Teatro Biondo, uno spettacolo in itinere frutto di settimane di prove fatte in streaming e ora in presenza, a Palazzo Sant’Elia, dove debutterà a partire dal 21 settembre. Pamela Villoresi aveva proposto alla Brook di realizzare uno spettacolo con gli allievi della scuola di Biondo. Ma lei, che è figlia del grande Peter Brook e dell’attrice Natasha Parry, ha diretto fino a due anni fa il Teatro di Nizza.

L’idea è quella di mettere insieme l’Amleto di Shakespeare, il “Gabbiano” di Cechov con la sua storia personale, con quelle dinamiche familiari che nessuno può eludere. “Non volevo più occuparmi di teatro – racconta l’attrice – sono molto più attratta dal cinema e dal video, ma poi quando ho conosciuto questi allievi me ne sono innamorata, a loro si sono aggiunti altri allievi provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Palermo. Volevo fare una performance che rendesse omaggio a mia madre, dimenticando che mia madre è teatro, tutta la sua vita è stata spesa e dedicata al teatro. E quindi dal teatro non si scappa”.

L’iniziativa fa parte del progetto internazionale “The house of us” di cui il Biondo è capofila, poi verrà integrato con le performances che verranno fuori a Firenze e a Venezia. Il lavoro è diviso in stanze, quella di Natasha Parry, quella di Amleto, quella di Ofelia o di Gertrude, e lo stesso avverrà per il capolavoro di Cechov.

Per “Il Gabbiano” Irina Brook ha chiestoal direttore artistico del Biondo, Pamela Villoresi di recitare il ruolo di Arkadina, che la Villoresi ha affrontato più volte. Tra i temi che prendono  corpo nella performance c’è la solitudine, il sentirsi fuori posto, la difficoltà di relazionarsi con il mondo e forse anche il disagio familiare, il conflitto che genera sofferenza nella casa, nelle stanze che prenderanno voce.