Palermo

Palermo, tensioni in maggioranza, ma Lagalla non molla

PALERMO – Sembrava tutto risolto con l’avvicendamento tra Andrea Mineo di Fratelli d’Italia e Pietro Alongi di Forza Italia, ma il rimpasto della Giunta Lagalla continua a far litigare il centrodestra palermitano, tanto che il sindaco ha dovuto convocare l’ennesimo vertice di maggioranza per calmare le acque e richiamare tutti all’ordine.

Il sindaco Lagalla pensava di aver messo a tacere le rimostranze dei suoi

Con l’accordo di Ognissanti l’ex rettore sembrava aver incastrato tutte le tessere del puzzle: Forza Italia vedeva riconosciuto il proprio diritto a sostituire Mineo, che è andato a rafforzare le fila degli alleati, mentre FdI rinunciava al quarto assessore e riceveva in cambio una serie di compensazioni: posti di sottogoverno (il capo di gabinetto della Città Metropolitana, due partecipate e la Fondazione Sant’Elia) e alcune deleghe assessoriali in più (su tutte il Patrimonio). In questo modo Lagalla pensava di aver messo a tacere le rimostranze dei suoi.

Levata di scudi contro le compensazioni concesse a FdI

E invece no, perché da Forza Italia e Nuova Dc è arrivata una levata di scudi contro le compensazioni concesse a FdI. I cuffariani in particolare, forti del recente rafforzamento del gruppo consiliare da tre a cinque membri, l’avrebbero presa malissimo, tanto da emettere un duro comunicato contro FdI: “Se qualcuno – aveva detto il capogruppo Domenico Bonanno – dovesse ritenerci superflui per questa coalizione di governo lo dica chiaramente: continueremo, come sempre, ad andare avanti a testa alta per la nostra strada”.

Lagalla ha convocato nuovamente i partiti

E così Lagalla ha dovuto convocare nuovamente i partiti di centrodestra per mettere le cose in chiaro: “Nel corso della riunione con le rappresentanze dei partiti – ha detto il sindaco al termine del vertice – ho avuto piacere di riscontrare ritrovata unità di intenti e confermata volontà di proseguire il percorso di cambiamento della città, rinviando alla decorsa metà della legislatura l’eventuale e più generale riequilibrio nella composizione della Giunta e degli organi consiliari”.

Lagalla, dunque, tira dritto per la sua strada con lo stesso piglio che lo ha portato a difendere i suoi assessori evitando di sacrificarli per far spazio in Giunta agli alleati. Altra novità, il ticket di metà mandato coinvolgerà, a quanto pare, anche il Consiglio comunale. Al momento, però, ci si limiterà “alla sostituzione dell’assessore Andrea Mineo, che resterà in carica fino alla metà di novembre per ultimare delicati dossier e che ringrazio per il suo operato svolto fino a oggi, con Pietro Alongi, e ad eventuali altre sostituzioni che i partiti vorranno rappresentare”.

Anche questa apertura del sindaco ad “altre sostituzioni” è un elemento nuovo che, forse, riporta in auge le questioni tutte interne alla Lega con la diatriba tra Sabrina Figuccia (attuale assessore al Turismo e Sport) e Alessandro Anello. Quel che è certo, per il momento, è che il sindaco si limiterà soltanto a pochi, limitati ritocchi alla Giunta, mentre le cosiddette “compensazioni” sono rimandate a data da destinarsi, vista l’intransigenza reciproca tra FdI, da una parte, e l’asse di ferro composto (anche a livello regionale) da Forza Italia e democristiani, dall’altra.

“Eventuali altre esigenze – ha tagliato corto Lagalla – saranno oggetto di successive e dirette interlocuzioni tra il sindaco e le singole forze politiche della coalizione”. In parole povere, la rivisitazione delle deleghe non potrà premiare soltanto i meloniani. Si partirà con l’Esecutivo cittadino e poi si penserà al resto, partito per partito. Sperando di aver finalmente trovato il bandolo della matassa.