Palermo

Palermo, tensioni da rimpasto all’interno del centrodestra

PALERMO – Grazie a un accordo in extremis con Fratelli d’Italia, il sindaco Roberto Lagalla ha sbrogliato la matassa sul rimpasto che teneva in scacco la maggioranza da settimane, limitando il turnover in Giunta allo stretto indispensabile: il solo Piero Alongi, di Forza Italia, prenderà il posto di Andrea Mineo, passato a FdI.

In tilti il centrodestra palermitano dopo il rimpasto

Eppure è bastato questo semplice avvicendamento a mandare in tilt il centrodestra palermitano. La tensione è arrivata ai massimi livelli nelle ultime settimane, quando si sono rincorse le voci più disparate, dalle minacce di questo o quel partito di uscire dalla maggioranza o di ritirare i propri assessori fino, addirittura, all’azzeramento della Giunta per fare spazio a un Esecutivo tecnico. A far saltare il banco è stato il passaggio di Mineo dagli azzurri a FdI: Forza Italia ha chiesto e ottenuto che fosse riconosciuto il proprio diritto a sostituirlo ma a quel punto Fratelli d’Italia ha puntato i piedi avanzando la richiesta di rimanere con quattro assessori, incluso il neo acquisto. A quel punto c’era il rischio che si scatenasse una reazione a catena, dato che anche la Nuova Dc aveva chiesto a sua volta una poltrona in più.

Fratelli d’Italia sarà “risarcita” con alcuni incarichi di sottogoverno

Tutto lasciava presagire che alla fine Lagalla, già in difficoltà per aver perso due consiglieri in pochi mesi, sarebbe stato costretto a rinunciare a uno dei suoi assessori per accontentare i partiti che lo sostengono. E invece, a sorpresa, il sindaco è riuscito a imporre la propria linea senza rinunciare a nessuno e soprattutto senza farsi mettere all’angolo dalle richieste degli alleati. Fratelli d’Italia sarà comunque “risarcita” con alcuni incarichi di sottogoverno: stando alle voci di corridoio, i meloniani potrebbero incassare le nomine del nuovo capo di Gabinetto della Città Metropolitana, della Fondazione Sant’Elia e della presidenza dell’Amap, mentre Mineo sarà dirottato alla Città Metropolitana se non addirittura alla Regione o al Governo. Inoltre, tra un anno e mezzo le parti torneranno a confrontarsi per un “tagliando” di metà consiliatura. E non è finita qui, perché potrebbe esserci anche un rimescolamento delle deleghe (ma senza troppi stravolgimenti), considerando che a breve, una volta incassato il Bilancio consolidato, dovrebbe dimettersi Carolina Varchi, che si concentrerà sulla Camera.

L’avvicendamento tra Alongi e Mineo dovrebbe concretizzarsi tra un paio di settimane, dando il tempo all’assessore all’Ambiente uscente di chiudere i dossier della settima vasca di Bellolampo e della ricapitalizzazione della Rap. “Dopo l’incontro avuto col sindaco a fine settembre e l’ampia disponibilità mostrata in quell’occasione – ha commentato Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia – non abbiamo mai avuto dubbi sulla naturale risoluzione del problema che avevano posto, rispetto ad un necessario riequilibrio della rappresentanza di Forza Italia all’interno della squadra di governo della città. La scelta di Piero Alongi come nuovo assessore risponde ovviamente ad una logica politica e di competenza, consci come siamo dell’impegno e delle qualità richieste a chi deve amministrare la nostra città. Con la scelta operata dal sindaco Lagalla si chiude quindi un vulnus di rappresentanza del nostro partito e del nostro gruppo consiliare, che resta quello principale all’interno della coalizione di maggioranza”.

“A Piero Alongi – ha aggiunto – auguriamo buon lavoro, certi che la sua competenza e la sua passione, in linea con la leale e costruttiva collaborazione che Forza Italia ha sempre mostrato al sindaco, contribuiranno al lavoro che l’Amministrazione comunale sta facendo per risanare e rilanciare la nostra città”.

A rimanere con il cerino in mano sono stati i democristiani, che all’alba delle consultazioni avviate da Lagalla avevano chiesto che venissero riconosciuti “meriti e peso specifico alla Dc con un’adeguata rappresentanza in Giunta”. In buona sostanza: due assessori anziché uno, dato che il gruppo era passato da tre a cinque consiglieri. Niente da fare, almeno per il momento. E allora il capogruppo Domenico Bonanno ha alzato la voce: “Leggo con stupore, e anche con il sorriso, le notizie di stampa, mai smentite, che parlano di un accordo che sarebbe stato raggiunto tra il sindaco ed una forza politica della maggioranza sulle cosiddette compensazioni. A tratti, a dire il vero sempre più frequenti nelle ultime settimane, mi sembra di leggere, neanche tanto tra le righe, la rivendicazione di meriti assoluti da parte di una forza politica (FdI, nda), la quale dimentica evidentemente la presenza fondamentale di alleati, noi in primis, che fino a oggi hanno garantito lealtà, rispetto e presenza, oltre che l’approvazione delle delibere firmate dai loro assessori, spesso non accompagnati numericamente dalla presenza in Aula della loro compagine consiliare”.

“Il sindaco – ha aggiunto – conosce bene il nostro impegno e il ruolo centrale che il nostro gruppo ha in Consiglio per numeri e presenze ed è persona troppo esperta e lungimirante per non sapere che un equilibrio è raggiungibile solo scontentando un po’ tutti, garantendo sempre confronti franchi, scelte equilibrate e il rispetto di tutte le forze politiche, cosa che ad oggi non si sta verificando. Siamo stati eletti per difendere determinati valori e per portare avanti un’idea di città, per noi la politica riveste un valore molto alto e il nostro unico intento è lavorare nell’interesse dei cittadini, ma vogliamo farlo in una coalizione che ci rispetti e della quale condividiamo volontà, scelte e metodi”.

“Se qualcuno dovesse ritenerci superflui per questa coalizione di governo – ha concluso Bonanno – lo dica chiaramente: continueremo, come sempre, ad andare avanti a testa alta per la nostra strada, continuando a fare gli interessi della città”.