PALERMO – Il Comune ha superato la condizione di deficit strutturale, ma aumentano esponenzialmente, ancora una volta, i disallineamenti e preoccupa “l’abnormità” del Fondo crediti di dubbia esigibilità: nei prossimi 15 anni Palazzo delle Aquile dovrà mettere da parte più di 20 milioni l’anno. Una bella zavorra per i successori del sindaco Leoluca Orlando (che al momento mantiene la delega al Bilancio).
È “un quadro in chiaroscuro”, per ammissione della stessa Amministrazione comunale, quello che emerge dal Bilancio consuntivo 2019 approvato dalla Giunta. Tra le note liete, come detto, c’è il superamento della condizione di deficitarietà strutturale, con un risultato di competenza dell’esercizio non negativo, pari a 257,9 milioni di euro. Le spese di funzionamento, fitti passivi, acqua, luce e gas sono state ridotte del 5%, con una contrazione della spesa complessiva di circa 1,4 milioni. Inoltre, per il secondo anno consecutivo l’importo complessivo della spesa per i debiti fuori bilancio si è attestata sui 12 milioni contro i 32 del 2017 (e degli anni precedenti), “segno che dal 2018 si stanziano tutte le risorse necessarie alle spese autorizzate e che le misure di contrasto individuate funzionano”, sottolineano da Palazzo delle Aquile.
Sempre per il secondo anno consecutivo, i pagamenti a favore delle società partecipate ammontano a 296 milioni, 30 milioni in più del valore dei corrispettivi (269 milioni), “segno che il Comune di Palermo paga dal 2018 non già solamente i corrispettivi annui maturati dalla partecipate, ma ha avviato un consistente programma di recupero dei debiti arretrati”. Anche il fondo rischi spese legali si è ridotto di 8 milioni “grazie ad una accurata verifica imposta dalla Ragioneria Generale e condotta insieme all’Avvocatura comunale”.
Per il Fondo crediti di dubbia esigibilità (Fcde) sono stati accantonati circa 48 milioni: adesso il deficit da accantonamento si è ridotto da 355 a 307 milioni. Una cifra comunque ancora esorbitante che piazza Pretoria dovrà accantonare in 15 anni (a partire dal 2021 ed entro il 2035) con rate da 20,5 milioni all’anno: un fattore che condizionerà inevitabilmente l’approvazione del bilancio di previsione 2020/2022. Nel solo 2019 sono stati accantonati 175 milioni (128 competenza e 47 da andamento gestione) e sono state anche coperte le perdite registrate da Amat e Rap (rispettivamente 4,4 e 16,2 milioni) nei budget 2018.
E veniamo alle note stonate, a partire dalla bassa capacità di riscossione delle entrate proprie. “In particolare – si legge nella delibera – il Collegio dei Revisori ha formalmente stigmatizzato ‘l’attività posta in essere dai dirigenti responsabili relativamente alla riscossione dei crediti dell’Ente e costituenti residui attivi invitando l’amministrazione affinché siano adottate concrete misure finalizzate a rendere effettiva l’attività di recupero dei crediti vantati dall’Ente’, nonché ‘la scarsissima capacità di riscossione dell’Ente’ che ha determinato l’abnormità del Fcde, che al 31 dicembre 2019 ha toccato quota 835,9 milioni, e lo strutturale ricorso all’anticipazione di tesoreria”.
Come se non bastasse, l’anno scorso sono tornati a crescere vertiginosamente (+65,64%) i disallineamenti e le perdite delle società in house, balzati da 49,8 milioni a 125,8 milioni. “Tale circostanza – si evidenzia ancora nella delibera – rappresenta una grave irregolarità contabile pericolosa per gli equilibri di bilancio poiché ha assorbito risorse finanziarie che avrebbero potuto essere destinate al miglioramento della parte disponibile del risultato di amministrazione, riducendone il deficit registrato al 2019 pari ad euro 635,2 milioni, e che sul piano complessivo, a fronte di accantonamenti eseguiti al 31/12/2018 per disallineamenti/perdite degli organismi partecipati pari a 75,9 milioni, nel 2019 il medesimo aggregato ha assunto l’abnorme valore di 125,8 milioni, con un incremento di 49,8 milioni, e interamente accantonato nell’ambito dell’avanzo di amministrazione 2019”. I maggiori disallineamenti, com’è facile immaginare, sono legati ai costi extra sostenuti dalla Rap per il trasporto dei rifiuti in altre discariche fuori provincia e per la gestione del percolato.
Il commento del sindaco
“Necessario arginare l’evasione fiscale”
PALERMO – “Il Consuntivo 2019 – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – conferma diversi dati positivi del Sistema Comune, a partire soprattutto dal fatto che la condizione di deficit strutturale determinatasi nel 2018 era, come abbiamo sempre sostenuto, dovuta alla sopravvenuta e retroattiva modifica dei parametri operata dal ministero dell’Interno all’inizio del 2019. Altro elemento positivo è costituito dal consolidamento del sistema delle partecipate a garanzia dei servizi pubblici: nel 2019 sono state erogate alle aziende partecipate somme superiori a quelle previste da contratto di servizi essendosi provveduto a ripianare i debiti degli anni precedenti. Questo atto finanziario conferma un processo di messa in sicurezza del bilancio e la gestione pubblica dei servizi. Sono significative le riduzioni delle spese e, soprattutto, dei debiti fuori bilancio che scendono di ben venti milioni”.
Come ammesso dal sindaco, “restano alcune criticità, determinate da una normativa nazionale che, ancor di più in piena emergenza Covid-19, mostra la sua inadeguatezza, immobilizzando centinaia di milioni di euro per gli accantonamenti e che invece potrebbero sostenere interventi per famiglie e imprese”.
“Questo bilancio – ha concluso Orlando – evidenzia ancora una volta l’urgente necessità che il Consiglio contribuisca con norme adeguate al contrasto all’evasione, concludendo la discussione già avviata sul nuovo regolamento contro questo fenomeno che ha assunto proporzioni insostenibili. Non si può infatti lasciare che a condizionare la vita del Comune e la qualità dei suoi servizi siano quei cittadini che continuano a non pagare le tasse”.