Palermo

Palermo, una clausola nel piano Tari per il 2020

PALERMO – Non si placano le acque intorno al debito fuori bilancio da 9,7 milioni di euro approvato dal Consiglio comunale per coprire i costi extra che la Rap ha sostenuto tra agosto e dicembre 2019 per il trasporto dei rifiuti fuori provincia a causa della saturazione della sesta vasca di Bellolampo. Un debito fuori bilancio proposto dalla Giunta Orlando e finanziato con l’assestamento di bilancio 2019 ma sul quale la Ragioneria generale e i Revisori dei conti hanno sollevato più di una perplessità.

Il ragioniere Paolo Bohuslav Basile ha espresso “parere favorevole sotto il profilo della copertura finanziaria” sottolineando però di aver più volte richiamato “l’illegittimità della preordinazione nel bilancio di previsione del Comune di ulteriori risorse finanziarie per fare fronte ai costi di trasporto dei rifiuti prodotti nella città di Palermo presso altri impianti del territorio regionale situati nelle provincie di Catania, Siracusa ed Agrigento, superiori a quelle rivenienti dal gettito Tari”.

Il Collegio dei revisori ha addirittura espresso parere negativo condividendo i “profili di criticità contabile” espressi da Basile sia perché il Comune è “in esercizio provvisorio non essendo stato ancora approvato il Bilancio di previsione 2020-2022 e, in mancanza dello strumento di programmazione economico-finanziaria”, è consentita soltanto “l’assunzione di spese per dodicesimi e di tutte quelle spese necessarie ad evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente”; sia perché non sono state ritoccate le tariffe della Tari “al fine di ricomprendere i maggiori costi che stavano profilandosi in quanto la copertura integrale dei costi del servizio deve avvenire con i proventi del tributo. L’Ente avrebbe potuto modificare aliquote e tariffe dei tributi con effetto retroattivo dal 1° gennaio entro il termine per l’approvazione della deliberazione di salvaguardia degli equilibri, fissato al 31 luglio 2019”.

Con l’ultima legge di stabilità l’Ars ha voluto tendere una mano a Palazzo delle Aquile coprendo buona parte della cifra (7,5 milioni) ma in attesa che arrivino i fondi regionali Sala delle Lapidi ha dovuto fare di necessità virtù approvando il debito fuori bilancio. Il problema è che diversi consiglieri, anche tra le fila della maggioranza, temono che questa delibera possa configurare un danno erariale perché per legge il servizio di gestione dei rifiuti dovrebbe essere coperto interamente dalla Tari e l’unico modo per riuscirci sarebbe stato, appunto, un aumento della tassa sui rifiuti. Il consigliere Ugo Forello del gruppo Oso aveva proposto un emendamento, poi bocciato, che addossava la responsabilità della decisione all’Amministrazione, per aver approvato “un piano economico-finanziario della Tari” che “non quantificava con precisione i costi per trasportare i rifiuti fuori dalla provincia di Palermo e non contemplava i tempi di realizzazione della settima vasca”.

Per tutelare la posizione del Comune il sindaco Leoluca Orlando ha inviato tutto (la delibera del Consiglio e quella della Giunta) alla Corte dei Conti. Intanto però resta aperto il nodo del 2020 (e forse anche del 2021, o almeno fino a quando non verrà realizzata la settima vasca consentendo la riapertura di Bellolampo). Se in cinque mesi nel 2019 i costi di trasporto dei rifiuti hanno sfiorato i 10 milioni, è facile immaginare che quest’anno possano almeno raddoppiare. Nel piano Tari 2020 la Giunta Orlando ha deciso di mantenere le stesse tariffe del 2019 aggiungendo stavolta “una clausola che fa espresso riferimento alla situazione determinata dall’emergenza Covid e alla recente normativa regionale che ha aperto la possibilità a riduzioni ed esenzioni da compensare con fondi regionali, nonché, in stretta connessione con gli effetti prodotti dall’emergenza epidemiologica, ogni altro intervento nazionale o regionale”.

“Vi sono al momento – hanno spiegato gli assessori all’Ambiente Sergio Marino e al Bilancio Roberto D’Agostino – una serie di elementi che determinano incertezza sui costi complessivi del servizio in città nel 2020, a partire dagli extra costi sostenuti dall’azienda per il conferimento fuori provincia e per finire appunto all’entità delle esenzioni e riduzioni che dovranno essere applicate sulla base dei provvedimenti dell’Arera e dei governi nazionale e regionale. Proprio per questo, solo in un secondo momento entro la fine dell’anno sarà possibile valutare con precisione i costi complessivi che potrebbero essere maggiori dello scorso anno o uguali. Solo a quel punto sarà chiaro se un aumento sarà necessario e, in tal caso, la proposta della Giunta è che sia spalmato su tre anni, durante i quali potrebbero però essere a sua volta compensato dall’auspicabile realizzazione della VII vasca e dall’avvio di altri impianti che ridurrebbero i costi complessivi”.

In questo quadro, il Consiglio comunale si appresta a discutere il rinnovo del contratto di servizio della Rap, che deve essere per l’appunto finanziato dalla Tari e dal quale però uscirà il servizio di manutenzione stradale.