PALERMO – “Questa città e Rende non possono permettersi 543 famiglie per strada”. Così, in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si sono espressi i lavoratori Covisian-ex Almaviva, che ieri hanno occupato la sede di via Ugo La Malfa dell’azienda. La protesta segue le manifestazioni già avviate nei giorni scorsi contro i licenziamenti annunciati.
“Nella nostra vertenza le basi della Costituzione vengono disattese ed è proprio lo Stato a ignorare queste norme”, hanno denunciato i lavoratori, lamentando che “gli attori principali di questa vicenda, Ita e Covisian, si addossano reciprocamente le colpe e si dichiarano parti lese. E se loro sono parti lese noi cosa siamo? Noi lottiamo ogni giorno per far luce su questa vicenda e non ci fermeremo, sempre con l’educazione e la dignità che ci contraddistingue. Lotteremo fino a quando avremo le forze per sconfiggere l’assordante rumore del silenzio che ci vuole avvolgere, ma dal quale riusciremo ad uscire urlando la nostra disperazione e la nostra rabbia”.
“Presidente – hanno concluso i lavoratori – quale futuro immaginare per colpa di uno Stato che non ci garantisce, che ci umilia e ci maltratta ignorando quelli che sono i Principi della Costituzione? Chiediamo a lei, in quanto Capo dello Stato, organo super partes, garante della Costituzione di portare al tavolo le parti coinvolte e invitarle a rispettare l’accordo firmato, perché il mancato rispetto dell’accordo porterebbe a una catastrofe economica e sociale, che avrebbe serissime ripercussioni su tutto il territorio nazionale”.
La tensione, insomma, è altissima e si cercano margini per l’immediata riapertura del tavolo di confronto tra sindacato, Governo, Ita e Covisian contro i licenziamenti. A preoccupare, come sottolineato da Francesco Assisi, segretario generale della Fistel Cisl Sicilia è “la totale assenza di Ita e l’incapacità del Governo di portarla al tavolo di confronto. Non c’è più tempo. Il Governo deve immediatamente convocare tutte le parti al tavolo, obbligando il rispetto degli accordi sottoscritti il 21 ottobre 2021 in sede ministeriale tra sindacato e Covisian”.
“Palermo – ha aggiunto – non si può permettere di perdere un solo posto di lavoro e a oggi ci sono 543 licenziamenti in atto. Nessuno può giocare con il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. L’operazione Ita in Italia di fatto è una grande ‘truffa sociale’, solo un’operazione economico-finanziaria a danno degli italiani”.
Contro Ita ha puntato il dito anche il segretario generale Slc Cgil Palermo, Marcello Cardella, il quale ha accusato la compagnia di continuare “a sfuggire alle sue responsabilità con un atteggiamento sprezzante nei confronti delle istituzioni. Ci risulta che a oggi non abbia risposto alla convocazione della Commissione Lavoro della Camera, mentre Covisian non intende rispettare l’accordo firmato in sede ministeriale il 21 ottobre”.
“I lavoratori e le organizzazioni sindacali – ha concluso – continueranno la mobilitazione fino a quando tutti i 543 lavoratori non vedranno garantito il loro futuro occupazionale”.
Sull’occupazione della sede di Covisian da parte dei lavoratori si è espresso anche Giuseppe Tumminia, segretario della UilCom Sicilia, che ha parlato di “una situazione paradossale”, con “l’azienda che in questi mesi sta sommando una serie di decisioni e misure illegittime, come, per esempio, la presentazione del bando di gara che non tiene conto dell’applicazione della clausola sociale”.
Tumminia ha sottolineato “un’offerta commerciale che è stata un’offerta al massimo ribasso, al di sotto delle previsioni della legge italiana” oltre a “patti commerciali tra i due soggetti che determinano la condizione di crisi trasformando le persone in merce”. Per il sindacalista quanto sta accadendo è gravissimo: “Chiediamo ai vertici di Ita di smetterla con questi giochini e presentarsi ai tavoli di confronto per spiegare cosa sta succedendo, evitando la macelleria sociale”.
Anche la politica sta cercando di fare la propria parte e il Question time del gruppo Pd di oggi con il ministro dell’Economia Franco avrà come oggetto proprio la vertenza Ita-Covisian. “Non c’è più tempo da perdere – hanno sottolineato i deputati Debora Serracchiani e Carmelo Miceli – perché c’è in ballo il futuro dei 543 lavoratori ex Almaviva di Palermo e Rende e delle loro famiglie. Il Governo deve chiedere ai vertici di Ita di venire al tavolo convocato al ministero del Lavoro. Ita è una società a capitale pubblico, totalmente partecipata. Le ragioni del profitto non possono essere perseguite venendo meno agli impegni presi e a scapito dei lavoratori”.