PALERMO – “L’approvazione in Consiglio comunale del Patto con lo Stato chiude il complesso percorso di riposizionamento del Comune su binari di regolarità gestionale e correntezza finanziaria, in un’ottica di recupero delle funzioni urbane fin qui compresse dalla mancata approvazione dei Bilanci”. Con queste parole il sindaco Roberto Lagalla ha commentato il via libera di Sala delle Lapidi al fondamentale documento per la messa in sicurezza dei conti comunali.
“Ringrazio l’Aula – ha aggiunto il primo cittadino – per l’impegno profuso e per il senso di responsabilità dimostrati in questo primo semestre di intensa attività amministrativa. Confido che con lo stesso spirito di leale collaborazione istituzionale, una volta sottoscritto il Patto con lo Stato, si possa speditamente procedere alla riformulazione del Piano di riequilibrio e all’approvazione del documento contabile 2023/2025 con l’obiettivo di ripristinare la piena funzionalità della macchina comunale”.
“In conclusione – ha detto ancora Lagalla – ritengo che non aver consegnato Palermo all’onta del dissesto sia stata la scelta più giusta a garanzia della città e a tutela dei palermitani”.
Il via libera in Consiglio comunale alla bozza di accordo con lo Stato ha visto il voto favorevole di tutto il centrodestra, mentre si sono astenuti i gruppi di Oso, Progetto Palermo e Pd. Contrario il gruppo del Movimento 5 stelle.
“Esprimo apprezzamento – ha detto la consigliera di Fratelli d’Italia, Germana Canzoneri – per la delibera approvata, che permette all’Amministrazione attiva di potere firmare l’accordo con lo Stato. È l’avvio di un nuovo percorso voluto dal vice sindaco Carolina Varchi per sistemare i conti del Comune e poter riattivare i servizi azzerando il deficit funzionale degli uffici”.
Per il capogruppo di Lavoriamo per Palermo, Dario Chinnici, sarà ora possibile “guardare con più ottimismo al futuro: sventato il pericolo dissesto, adesso bisogna lavorare per potenziare la capacità di riscossione, aumentare le ore ai part-time e ottenere da Roma ulteriori fondi. Un passaggio fondamentale per rilanciare la città e i servizi ai palermitani”.
Nuove prospettive per il Municipio anche secondo il capogruppo della Democrazia cristiana Domanico Bonanno: “Un accordo che vale circa 180 milioni di euro e che pone le basi per lavorare con più tranquillità alla redazione del Bilancio di previsione 2023/2025 e al Piano di riequilibrio. La prossima firma dell’accordo permetterà di convertire i contratti part time dei lavoratori portando a trenta le ore settimanali, oltre che di assumere 18 funzionari a tempo determinato da destinare al potenziamento degli uffici dell’area tributi. Importante, infine, è anche la prevista opportunità di rivedere con cadenza annuale i termini dell’accordo, opzione riconosciuta all’Amministrazione nella recente rielaborazione del Patto, con il chiaro obiettivo di incrementare le risorse provenienti da Roma a vantaggio del Comune anche in funzione delle sopravvenute future necessità e di proseguire lungo il percorso di virtuosità amministrativa già intrapreso”.
Quello licenziato in Aula sarebbe invece un accordo “insufficiente nei contenuti, che non porta al Comune di Palermo risorse aggiuntive rispetto al precedente” per i gruppi consiliari di Partito democratico e Progetto Palermo, che sul tema hanno diffuso un’apposita nota congiunta.
“Esprimiamo soddisfazione – hanno specificato – per l’approvazione dell’ordine del giorno che impegna il sindaco a porre in essere nel confronto col Governo nazionale ogni iniziativa utile a evitare l’aumento dell’Irpef. Dobbiamo purtroppo contestare la scelta della Giunta Lagalla e della maggioranza, che ha bocciato l’ordine del giorno con cui chiedevamo di riconoscere il diritto di precedenza per l’incremento delle ore di lavoro ai lavoratori part time prima di procedere a nuove assunzioni a tempo determinato. Per questa ragione i presentatori dell’ordine del giorno a tutela dei lavoratori part time hanno deciso di non approvare la delibera che riguarda l’accordo tra il Comune di Palermo e lo Stato”.
“Insomma – hanno concluso – il lungo confronto tra l’Amministrazione Lagalla e il Governo Meloni non ha ottenuto nulla di nuovo per la Città di Palermo”.
Duro anche il commento del consigliere Leonardo Canto del gruppo Azione con Calenda, per il quale “con l’approvazione da parte del Consiglio comunale della bozza di accordo con lo Stato viene perpetrato un grave danno alla città di Palermo. L’Amministrazione attiva infatti ha sottoposto al Consiglio un accordo i cui principi essenziali sono i medesimi di quelli sostenuti dalla scorsa Giunta e avverso i quali ci eravamo battuti fin da allora. Questo accordo prevede infatti il trasferimento da parte dello Stato a beneficio del Comune di Palermo sempre della somma di 180 milioni di euro, identica a quella prevista nel Piano di riequilibrio della Giunta Orlando. Parimenti in tale bozza di accordo permangono gli aumenti dell’addizionale Irpef per i prossimi venti anni, aumenti che vanno ben oltre la soglia prevista dalla legge arrivando anche all’ 1,32 annui. Tali percentuali sono suscettibili di ulteriori aumenti anche nel caso che le ottimistiche valutazioni relative alla riscossione non si verifichino”.
“Ritengo – ha concluso – che aumentare l’addizionale Irpef e contestualmente ritenere che il gettito delle imposte possa aumentare esponenzialmente nella misura prevista dal Patto sia una circostanza poco credibile, anche alla luce delle più elementari nozioni di macroeconomia”.
Nessuna soddisfazione anche tra le fila del Movimento 5 stelle, come espresso dai consiglieri Antonino Randazzo, Concetta Amella e Giuseppe Miceli: “Il nuovo accordo con lo Stato approvato dalla maggioranza che sostiene Lagalla non registra alcun aiuto da parte del Governo Meloni per la città. Nessun Salva Palermo o i milioni sbandierati in campagna elettorale. Restano invece gli aumenti all’addizionale Irpef a partire dal 2023 che diventeranno quasi il doppio dal 2026 con l’aliquota Irpef all’1,4%. Il sindaco Lagalla decide così di aumentare le tasse ai palermitani già tartassati dal caro bollette e gasolio”.