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Panico Coronavirus, dopo il caos si cerca di tornare alla normalità

PALERMO – Dopo l’allarmismo dei giorni scorsi, la Sicilia prova a tornare alla normalità e affrontare la questione legata al Coronavirus con le dovute precauzioni, ma senza panico.

Il 3 marzo riprenderanno le lezioni nelle scuole palermitane. La chiusura è stata disposta per avviare un piano straordinario di pulizie all’interno degli istituti. L’ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, ha raccomandato di provvedere a un’accurata pulizia straordinaria “con acqua e detergenti seguita dall’applicazione di disinfettanti quali ipoclorito di sodio”.

Il sindaco Leoluca Orlando ha autorizzato, eventualmente, il ricorso a ditte esterne “i cui costi saranno successivamente rimborsati, previa rendicontazione, in conformità all’ordinanza del Dipartimento regionale della Protezione civile”. Per anticipare le spese, i dirigenti scolastici sono stati autorizzati a utilizzare le somme già erogate dall’Amministrazione a titolo di contributo.

E mentre le acque sembrano calmarsi da un lato, dall’altro non si placano le polemiche nate a seguito dell’“appello alla prudenza” del presidente della Regione Musumeci, con tanto di invito ai turisti provenienti dalle zone gialle di “rimandare di qualche settimana il loro arrivo in Sicilia”.

Parole che non sono piaciute a tutti e che hanno spinto Musumeci a chiarire la propria posizione: “Qualche idiota specula sul mio invito alla prudenza, per la latitanza di misure preventive del Governo centrale. Che tristezza!”. Musumeci, infatti, ha contestato la quasi totale assenza dei controlli in porti, aeroporti e stazioni, testimoniata dai molti messaggi ricevuti da conoscenti in viaggio verso la Sicilia.

Contro le dichiarazioni del presidente della Regione si è scagliato il deputato del Pd all’Ars, Michele Catanzaro. “Il Governo regionale – ha detto – invece di scoraggiare i turisti, ha il dovere di approntare un piano di azione immediato per limitare i danni che l’emergenza Coronavirus sta producendo per tutte le attività economiche siciliane. Bisogna intervenire concretamente affinché l’emergenza sanitaria non si trasformi in un’emergenza economica e occupazionale, capace di mettere definitivamente in ginocchio la nostra economia”.

E i pericoli in cui rischia di incagliarsi l’economia dell’Isola sono stati sottolineati anche dal presidente di Confcommercio Sicilia, Francesco Picarella. “Dal settore alberghiero a quello extra alberghiero – ha detto – dalle agenzie di viaggio a tutto il comparto legato all’agricoltura, l’economia della nostra regione rischia la paralisi e il collasso. È a rischio quasi l’80 per cento di disdette delle prenotazioni alberghiere, quasi il 50% delle agenzie di viaggi siciliane paventa la chiusura per la sospensione di tutti i viaggi d’istruzione e le uscite didattiche di ogni ordine e grado. Circa 35 mila aziende dell’agroalimentare sono a rischio paralisi. Insomma, uno scenario catastrofico, alimentato anche dalle ultime dichiarazioni del presidente Musumeci”.

“Per questi motivi – ha concluso Picarella – abbiamo chiesto un incontro urgente con la Regione, per chiedere oltre a strumenti e azioni per il sostegno degli imprenditori siciliani, anche lo Stato di calamità turistica”.