Papa Francesco parla del caso di Emanuela Orlandi a margine dell’Angelus. “In questi giorni ricorre il 40esimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi. Desidero approfittare di questa circostanza per esprimere ancora una volta la mia vicinanza ai familiari, soprattutto alla mamma, e assicurare la mia preghiera. Estendo il mio ricordo a tutte le famiglie che sentono il dolore di una persona cara scomparsa. Sembra paradossale: l’annuncio del Regno di Dio è un messaggio di pace e di giustizia, fondato sulla carità fraterna e sul perdono, eppure riscontra opposizioni, violenze e persecuzioni. esù però dice di non temere: non perché nel mondo andrà tutto bene, ma perché per il Padre siamo preziosi e nulla di ciò che è buono andrà perduto. Ci dice quindi di non farci bloccare dalla paura, ma di temere piuttosto un’altra cosa, una sola. Quale? La vera paura da avere è quella di buttare via la propria vita. Come a dire: non bisogna tanto temere di subire incomprensioni e critiche, di perdere prestigio e vantaggi economici per restare fedeli al Vangelo, ma di sprecare l’esistenza a inseguire cose di poco conto, che non riempiono di senso la vita”.
“Mi ha molto addolorato quanto è accaduto alcuni giorni fa nel centro penitenziario femminile di Tamara, in Honduras – dice Bergoglio -. La terribile violenza tra bande rivali ha seminato morte e sofferenza. Prego per le defunte, prego per i familiari. La Vergine di Suyapa, madre dell’Honduras aiuti i cuori ad aprirsi alla riconciliazione e a fare spazio a una convivenza fraterna anche all’interno delle carceri”.