Il Papa, in una sua recente omelia, riferendosi al fenomeno dell’immigrazione, ha detto una delle sue sagge frasi: “Occorre creare lavoro”.
Nonostante Francesco perori la causa degli immigrati, inducendo le Nazioni ricche alla carità e all’assistenza dei poveri e dei diseredati, con la surriferita frase ha centrato il vero nodo del problema, che non è fare assistenza ad libitum, cioé continuare a soccorrere indistintamente tutti i cittadini indigenti del mondo, bensì dare loro il dono più bello per una persona umana e cioè la libertà che a sua volta si basa sulla libertà economica.
Infatti, solo chi non ha bisogno è abbastanza libero. Per non avere bisogno occorre che lavori. Ma la distorsione di tante menti malate continua a diffondere un grossolano errore nella pubblica opinione e cioé che il lavoro debba essere dipendente e soprattutto pubblico.
La verità, invece, è che il lavoro migliore è quello che uno fa per sé e da sé, cioé il lavoro autonomo. Solo così una persona umana diventa veramente libera.
Sulla materia che esaminiamo vi sono centinaia di libri, scritti da veri esperti e da falsi esperti. Questi ultimi sono coloro che per cause diverse sono riusciti ad approdare a dei pulpiti senza la necessaria esperienza concreta che deriva dall’attività sul campo e soprattutto da una gavetta fondata su olio di gomiti, sacrifici e rinunzie.
Il lavoro indicato dal Papa significa una sola cosa: che le Nazioni ad economia avanzata non devono dare sussidi, cibo, vestiario ed altra sussistenza primaria. Per carità, anche questi. Dovrebbero insediare nei territori poveri sistemi produttivi e far progredire le popolazioni arretrate, digitalizzando tutto, creando servizi avanzati e quindi abituando la gente ad imparare come meglio vivere.
Si capisce che andare in Paesi arretrati dell’Africa o dell’America del Sud e – perché no? – nel Meridione d’Italia, è meno conveniente per certi versi rispetto ad insediare sistemi produttivi in aree avanzate.
Ma il gap iniziale si supera nel tempo perché tutte le persone che approdano ad un lavoro, autonomo o dipendente, crescono e quindi contribuiscono allo sviluppo dell’economia, indispensabile per poter far progredire una Nazione ed il suo Popolo.
Ma tutto questo non avviene e cerchiamo di individuarne di seguito le cause.
I Paesi ricchi sono anche avidi ed egoisti e preferiscono mantenere nell’ignoranza e nella povertà gli altri Paesi per poterli sfruttare, non solo sul piano umano, ma anche sul piano delle loro risorse.
Vi sono Paesi africani con miniere d’oro e d’argento e, soprattutto, con materie prime oggi diventate preziose come il litio e il silicio. Anziché prelevare tali preziosi e portarli nelle fabbriche e nei territori avanzati, i Paesi ricchi dovrebbero insediare là le fabbriche per utilizzare quei prodotti in loco e per trasformarli in materie prime o in prodotti finiti, per esempio i chip.
Tali articoli sono oggi fortemente richiesti per costruire computer, macchine elettroniche, apparecchi elettromedicali e soprattutto batterie per autoveicoli e autocarri. La mancanza di queste materie prime, ormai indispensabili per la produzione, sta recando un grande danno al sistema economico mondiale perché esso è inceppato e ostacolato proprio dalla carenza delle forniture.
Vi è necessità di fabbriche che costruiscano batterie per auto, data la svolta dell’Automotive. Ed il fabbisogno di tali componenti sarà sempre superiore dato che la domanda di veicoli elettrici è in costante e progressivo aumento.
Dunque, insediare nuove fabbriche di tali prodotti significa portare sviluppo e lavoro, proprio quello invocato da Papa Francesco.
Vi sono gli stupidi, anche nel nostro Paese, che ritengono il lavoro come prodotto da decreti e da leggi. Si tratta di pure menzogne perché il lavoro, quello produttivo, si crea per soddisfare i bisogni dell’umanità che sono molteplici e sempre in crescita.
La recente disputa intorno al nuovo insediamento che vuol fare il colosso americano Intel in Italia, se in Piemonte o in Sicilia, dimostra come avere un ente produttivo siffatto, che dovrebbe assorbire all’incirca cinquemila persone, sia proprio quel lavoro che consente lo sviluppo di un popolo.
Aprano bene le orecchie gli inetti politicanti su cose che non capiscono o che non sanno.