PARTINICO (PA) – Il Comune si muove a passo di lumaca sul fronte delle pratiche di sanatoria edilizia.
Su 7.226 istanze che negli anni sono state presentate, infatti, ben 2.730 ancora attendono di essere esitate. E adesso dai commissari prefettizi dell’Ente locale è arrivata una stretta per le pratiche da definire e anche per quelle già definite a partire dal 2016, con verifiche persino retroattive. Saranno infatti ricontrollati tutti i fascicoli dell’ultimo quinquennio per verificare la loro congruità, regolarità e l’eventuale ricalcolo degli oneri dovuti da versare al Municipio. In tal senso, è stata introdotta una serie di oblazioni e interessi legali che dovranno essere rigidamente applicati sulla base di ben specifici criteri.
Questo quanto approvato dai commissari Isabella Giusto, Concetta Caruso e Maria Baratta, che hanno varato una delibera con i poteri del Consiglio comunale in cui si danno dei ben precisi atti di indirizzo agli uffici di viale Regione. Resta però di base un problema atavico per questi uffici e vale a dire la carenza di professionalità. Una sola l’unità in servizio, un problema di non poco conto che non permette di poter speditamente esitare le varie pratiche. E per questo c’è un notevole arretrato: delle 4.879 pratiche presentate per la sanatoria della legge relativa al 1985 ancora ce ne sono 1.310 da esitare; per la sanatoria del 1994 su 1.616 istanze ne restano nei cassetti ancora 688; per l’ultima sanatoria del 2003 ci sono 731 pratiche e ancora 372 non definite.
Con queste linee guida i commissari hanno imposto agli uffici di applicare gli interessi legali maturati ogni anno sull’oblazione conguagliata dall’ufficio, da calcolarsi a partire dalla data di presentazione dell’istanza. E poi di aggiungere ulteriori interessi legali considerati sull’importo dovuto per oneri concessori e da calcolare a partire dal 2003, data di entrata in vigore dell’ultima sanatoria legiferata. Per le istanze delle sanatorie collegate alla legge del 1994, invece, si impone di applicare gli interessi pari al 10 per cento per ogni anno sull’importo dovuto per oneri concessori, sempre a partire dal 2003. Inoltre, dovranno essere adeguati gli oneri concessori, così come previsto dalla stessa Legge regionale sulle sanatorie del 2003. In tal senso, la direttiva è anche quella di sottoporre a verifica le istruttorie già condotte dal 2016 a oggi dall’ufficio Condono, dove presentassero calcoli e conteggi all’interno della pratica di condono cui si riferiscono che non fossero conformi a questi criteri.
Dovrà essere fatta un’attenta analisi di verifica sulla tipologia di abuso constatando anche la veridicità di quanto riportato e dichiarato attraverso la consultazione delle foto aeree quanto più prossime alla data stabilita dalla legge entro la quale l’abuso può essere sanato. Questo ovviamente per evitare quelle pratiche farlocche in cui si attesti un determinato abuso in data successiva alle sanatorie concesse, godendo quindi di una concessione che in realtà non potrebbe essere data in caso di abuso edilizio fatto dopo le leggi emanate.
Adesso, sul piano burocratico, si è definito anche il percorso per la presentazione delle istanze. Dovrà essere presentata una perizia giurata e sono stati in tal senso emanati i moduli necessari per il deposito degli atti. Il 10 per cento delle pratiche che saranno presentate verranno sottoposte a verifiche sulla loro veridicità, in caso di irregolarità per i professionisti scatterebbe la segnalazione in Procura e al loro competente ordine professionale. In questo modo Partinico si allinea anche alla normativa regionale, la numero 16 del 10 agosto 2016, con cui il legislatore siciliano ha recepito il testo unico per l’edilizia con decreto della presidenza della Repubblica 380/2001 con modifiche. Norma che per l’appunto va in soccorso degli enti locali, dove spesso scarseggiano in termini numerici i tecnici competenti in materia nelle propri piante organiche, facendo in modo che sia un tecnici privato a presentare l’istanza corredata in ogni sua parte sotto la propria responsabilità. Una sorta di autocertificazione che permette quindi di snellire le procedure.
“Obiettivo strategico di questo Comune – ha precisato con determina dirigenziale del settore pianificazione del territorio il responsabile del procedimento Gerardo La Franca – è quello di procedere alla definizione di tutte le pratiche di condono edilizio giacenti presso gli uffici”.
I tempi si accorciano notevolmente anche perché da adesso trascorso il termine di novanta giorni dalla data di deposito della perizia, senza che sia stato emesso provvedimento con il quale venga assentito o negato il condono dell’immobile, la stessa perizia acquisisce efficacia di titolo abilitativo.
Sotto l’aspetto della carenza d’organico il Comune di Partinico non fa eccezione: l’ufficio preposto ha una sola una unità tecnica coadiuvata da un’unità amministrativa interna.