Palermo

Partinico, bene confiscato per il “Dopo di noi”: è scontro

PARTINICO (PA) – Duro scontro in Consiglio comunale per la destinazione d’uso del bene confiscato alla mafia di contrada Garofalo. L’Assemblea cittadina ha infatti deciso a maggioranza che al suo interno non verrà realizzata una struttura di assistenza per disabili. L’immobile (che si sviluppa su settecento metri quadrati con annessi box, garage e autorimessa), secondo quanto deciso dal Civico consesso, non sarebbe tecnicamente adatto.

Completamente di altra idea, invece, l’opposizione, che ha deciso di avviare una lotta, insieme a sindacati e mondo dell’associazionismo, per far cambiare idea al Comune.

Per l’opposizione bisogna sfruttare la legge “Dopo di noi”

Lo scontro è iniziato nell’Aula consiliare quando è stato discusso un atto di indirizzo, presentato dall’opposizione, per destinare il bene confiscato in struttura in grado di dare assistenza a disabili gravi che non hanno più genitori, da accogliere al proprio interno. L’obiettivo era sfruttare la cosiddetta legge “Dopo di noi, che prevede oltretutto finanziamenti importanti in favore di quegli Enti pubblici che decidono di attivare strutture socio-assistenziali di questo tipo. Il primo ostacolo da superare era però quello di cambiare destinazione all’immobile, dal momento che l’Agenzia nazionale dei beni confiscati lo ha destinato al Comune per finalità sociali, ludico-ricreative e sportive.

Alla fine, però, la maggioranza compatta si è astenuta dal votare l’atto e quindi l’opposizione non è riuscita ad avere i numeri per far passare la propria idea, che dunque è stata bocciata.

“Ho parlato con i cittadini – ha detto il consigliere Toti Longo – e tanti hanno chiesto di creare strutture per le aspettative per il progetto ‘Dopo di noi’. Da interlocuzioni con i sindaci del comprensorio e con i genitori si è inteso che una struttura del genere sarebbe utile. Sarebbe necessario un atto di interpello per capire se ci sono associazioni che vogliono investire nel territorio in tal senso”.

Un modo per sfruttare un bene dando un servizio concreto alla comunità. “La legge ‘Dopo di noi’ – ha aggiunto il consigliere di opposizione Toti Comito – dell’assessorato regionale alla Famiglia prevede uno stanziamento di fondi. È realtà. Quel bene si presta a questo tipo di iniziativa”.

Intanto diverse associazioni si stanno mobilitando al fianco della Cgil, che di recente ha promosso una riunione operativa proprio sull’argomento. “È troppo comodo – hanno detto i rappresentanti di Rifondazione comunista – scaricare alle varie associazioni di volontariato locale, peraltro poco riconosciute e supportate, tutto il peso dei servizi sociali di un Comune. Confidiamo che vi sia uno scatto d’orgoglio da parte del Consiglio comunale e che questo atto possa essere quanto prima ridiscusso e votato favorevolmente da tutti i componenti dell’assise civica, checché ne dica il sindaco Rao”.

Per la maggioranza il locale non è adeguato

La maggioranza ha continuato a ribadire che il locale non è adeguato e che sarebbe soltanto un modo piuttosto improvvisato per intercettare finanziamenti. “Premetto – ha detto il consigliere Gianni Monteleone – di avere una grande sensibilità verso i disabili e i loro bisogni, visto anche il tempo della mia vita che ho dedicato al sociale. Quello presentato è però un atto assurdo nella forma e nella sostanza. Non si può prevedere un’unica struttura per i vari disabili che invece necessitano di approcci diversi. L’immobile ha già una sua destinazione”.

Il sindaco Pietro Rao si è detto non convinto in generale della norma: “La legge ‘Dopo di noi’ in realtà è ancora un’idea, nasce per i ragazzi colpiti da disabilità. Bisogna costruire servizi che vanno per la persona. L’Oasi di Troina vorrebbe realizzare qualcosa in un bene confiscato a Partinico e per fare ciò necessita di un bene di 25 mila metri quadrati, una megastruttura. Una legge che a oggi ha prodotto pochi effetti”.