Palermo

Partinico, costi troppo alti: addio al giudice di Pace

PARTINICO (PA) – Pietra tombale sul giudice di pace di Partinico. Sindaci e rappresentanti dei Consigli comunali del comprensorio hanno decretato la chiusura del presidio che disciplina alcune materie sia in ambito penale che civile, come contenziosi tributari, ricorsi per multe o liti di tipo civilistico. Nei giorni scorsi l’ennesima riunione che era stata convocata per verificare l’eventualità di mantenere in vita la struttura, che aveva resistito all’allora chiusura nel 2014 del tribunale per effetto della spending review voluta dallo Stato per comprimere i costi a proprio carico. Nel verbale, redatto da sindaci e presidenti del consiglio di Partinico, Montelepre, Giardinello, Trappeto, Balestrate e Borgetto, si prende atto dell’impossibilità ad andare avanti.

Non c’è la possibilità di garantire proporzionalmente tra i vari Comuni personale in distacco e le spese vive per la gestione quotidiana. Inoltre ci sarebbero anche dei necessari interventi di adeguamento nell’attuale sede di via Papa Paolo VI che a sua volta si sarebbero dovuti sobbarcare sempre i Comuni. Nel verbale si prende atto dell’impossibilità a coprire i costi e si preannuncia lo scioglimento della convenzione tra i Comuni che dovrà essere deliberato dai rispettivi consigli comunali. “I sindaci all’unanimità – afferma l’assessore agli Affari generali di Partinico, Nicola Degaetano – hanno preso atto dell’impossibilità di fornire e mantenere il personale necessario, almeno ulteriori 2 unità di categoria ‘C’ che al momento forniva solo Partinico e di cui una è divenuta categoria D e l’altra andrà in pensione il prossimo anno. Malgrado tale problema insormontabile è stata fatta un’analisi di costi, comprese le spese di adeguamento richieste dalla Procura della Repubblica per il mantenimento della sede, le spese di funzionamento e manutenzione e quelle del personale. Anche queste risultavano esose per gli enti locali”.

“Purtroppo – ha aggiunto il sindaco di Trappeto, Santo Cosentino -, consapevole del fatto che parliamo di un presidio importante di legalità territoriale, dobbiamo prendere atto che i Comuni non possono sostenere le spese per la gestione di questo ufficio”. “Il vero grande problema è quello legato alla carenza di personale da distaccare – ha precisato il sindaco di Balestrate, Vito Rizzo -. Per i Comuni impossibile sobbarcarsi questi oneri in un momento difficile un po’ per tutti gli enti locali”.

Vicenda che è approdata anche sui tavolo dell’Ars con una interrogazione di Mario Giambona, parlamentare regionale del Partito Democratico. “Dopo la chiusura del tribunale, nel 2014, adesso il comprensorio delimitato dai Comuni di Partinico, Borgetto, Trappeto, Balestrate, Montelepre e Giardinello si appresta a perdere l’ultimo presidio di legalità – commenta il deputato -. Non è accettabile che la soppressione dell’ufficio del giudice di pace che disciplina alcune materie sia in ambito penale che civile, come contenziosi tributari, ricorsi per multe o liti di tipo civilistico venga giustificata solo da motivazioni economiche così come pare stia avvenendo”.

Secondo Giambona il sindaco avrebbe sottoposto ai Comuni dell’area un conto economico per il mantenimento in vita dell’ufficio forse sovradimensionato che i piccoli centri limitrofi non sembrano poter sostenere. “E’ indispensabile valutare la situazione sotto altri punti di vista – continua Giambona – a partire dall’importante servizio che l’ufficio del Giudice di Pace fornisce ad un territorio fragile che ha dovuto fare i conti anche con Comuni sciolti per mafia. Dobbiamo impedire che la paventata chiusura diventi realtà perché ciò ricadrebbe pesantemente sui cittadini costretti a spostarsi verso il capoluogo per ogni necessità”.