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Passaporti sottratti a Questura Trapani, al via il processo

E’ stato avviato oggi, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Trapani Massimo Corleo, il processo che per falso materiale commesso da pubblico ufficiale vede imputato l’assistente capo di polizia Angelo Patriarca, 60 anni, in servizio al Commissariato di Marsala fino al 15 marzo 2018, quando fu arrestato da suoi colleghi (quel giorno era a Roma e fu rinchiuso a “Regina Coeli”) nell’ambito di un’indagine su un giro di passaporti e di permessi di soggiorno in bianco sottratti alla questura di Trapani per essere rivenduti sul mercato clandestino.

Inizialmente, le accuse contestate ai tre indagati (oltre al poliziotto, a processo sono anche il marocchino Rachid Dalal, di 35 anni, e la moglie Vita Annalisa Daunisi, anche loro residenti a Marsala) furono associazione per delinquere finalizzata al peculato, furto, ricettazione e corruzione. Dal giorno del suo arresto, il poliziotto (poi tornato in libertà) è sospeso dal servizio e a metà stipendio.

Secondo l’accusa, Angelo Patriarca si presentò ai colleghi della Questura “sotto falso nome” ed esibendo un’istanza del commissariato di Mazara del Vallo “contraffatta” si fece consegnare 400 moduli di passaporto in bianco. Solo due di questi furono, poi, recuperati. Dopo l’arresto, il poliziotto rese dichiarazioni spontanee alla pg riferendo di avere effettivamente ricevuto denaro in cambio di “atti contrari ai doveri d’ufficio”. L’indagine fu avviata perché negli aeroporti di Roma e Milano due extracomunitari vennero fermati in possesso di passaporti originali apparentemente regolari: c’era la filigrana della Repubblica Italiana, le firme, le foto, il numero di serie, ma al vaglio della lettura informatica il microchip non dava alcun risultato, nessun dato. Segno che i passaporti non erano stati rilasciati legalmente. Interrogati dalla polizia di frontiera, uno dei due extracomunitari fermati ammise di aver pagato 3 mila euro per quel documento illegale. Vennero controllati i numeri di serie dei documenti e si scoprì che facevano parte dei 400 passaporti poco tempo prima prelevati alla Questura di Trapani.