Sanità

Patto per la Salute, le proposte del Ministero alle Regioni

Confermato l’aumento da tre miliardi e mezzo di euro al Fondo sanitario per il 2020-2021 e la decisione di eliminare il superticket.

Scompare inoltre la clausola di salvaguardia finanziaria e viene introdotta maggiore flessibilità ai tetti di spesa per il personale.

Sono alcuni dei contenuti del Patto della Salute inviati dal Ministero alle Regioni.

Il commissariamento viene indicato solo per le Regioni in gravi difficoltà, con contestuale superamento del sistema dei Piani di rientro. Si tratta di 15 schede, la base per il nuovo Patto per la Salute.

Previsto anche un capitolo dedicato alla ricerca e alla prevenzione, cosi come una parte sulla formazione dei medici specialisti, “valorizzandone il ruolo all’interno delle strutture sanitarie regionali pubbliche facenti parte della rete formativa, con progressiva autonomia e responsabilità coerenti con il grado di conoscenze e competenze acquisito”.

Quest’ultimo tema è in via prioritaria sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni.

Il Ministero della salute, si legge nel documento, in collaborazione con le Regioni, ha effettuato una ricognizione sullo stato del patrimonio immobiliare e tecnologico del Servizio Sanitario Nazionale, la cui analisi ha evidenziato la necessità di procedere ad interventi infrastrutturali per 32 miliardi di euro.

A questi vanno aggiunti circa 1,5 miliardi di euro necessari per un adeguato ammodernamento tecnologico delle attrezzature a disposizione dei servizi sanitari regionali.

Prevista anche una riorganizzazione dei servizi territoriali: attività di prevenzione e promozione della salute, percorsi di presa in carico della cronicità, in stretta correlazione con il Piano di governo delle liste di attesa e basati sulla medicina di iniziativa, un forte impulso dell’assistenza domiciliare, un investimento sull’assistenza semiresidenziale e residenziale per i soggetti non autosufficienti.

Infine il documento affronta il tema di una riforma degli degli Enti Pubblici Vigilati del Ministero della Salute, con particolare riferimento ad Aifa, Iss e Agenas, “al fine di superare la frammentazione normativa che si è stratificata nel corso degli anni e la potenziale duplicazione di funzioni e compiti tra soggetti in numerose aree di attività”.