Editoriale Grimaldi

Pauca sed bona dicta

80 anni fa nella notte tra domani e dopodomani (10 Luglio 1943) ebbe inizio sulle costa sud-orientale della Sicilia l’operazione Husky da parte delle truppe Alleate del 15° Gruppo armato sotto il comando del generale Alexander, costituito da due armate la 7/a di forze Usa al comando del generale Patton da inoltrarsi nella parte Ovest dell’Isola per occupare Palermo, e la 8/a Inglese, al comando del generale Montgomery procedere verso Nord-Est occupare Messina per stringere in una morsa le truppe italiane e tedesche portando alla resa ed occupazione del “ventre molle”, la Sicilia, da dove intendevano partire per occupare l’Italia.

Fu il più grande sbarco di uomini e mezzi della storia con una battaglia che si concluse il 18 Agosto successivo quando l’ultimo soldato tedesco traghettò verso la Calabria, quasi indisturbato, perché l’operazione prevedeva l’occupazione della Sicilia e non, al momento, quello della punta dello stivale. Morirono quasi 300 mila uomini, ma fu l’inizio della fine della lunga seconda guerra mondiale che con la fine del fascismo e del nazismo e la resa della Germania il 7 Maggio 1945 cambiarono di fatto l’assetto geopolitico dell’Europa.
In un “BIGNAMI” della serie che il Prof. Bignami aveva creato nel 1931 per riassumere in un libriccino dati essenziali di qualsivoglia materia uno studente volesse conoscere per sapere l’indispensabile (pauca sed bona dicta),quanto sopra scritto sarebbe stata una pagina: dedicata ad una ecatombe di uomini e Stati che fece da spartiacque per il futuro che quel giorno di otto decenni fa ebbe l’inizio.

I Bignami sono stati (ma lo sono ancora?)in Italia i pocket più venduti e letti dagli studenti, anche preparati e colti, che trovavano nel libriccino un “notes” per ripassare mnesicamente quanto avevano appreso nei testi classici. Ma costituirono anche un modo per dimostrare di sapere l’essenziale. E sarebbe bene che le Camere pensassero donare pocket di tal fatta ai parlamentari evitando loro di dire inesattezze (spesso!) ed avere un’idea delle tante cose che dovrebbero conoscere: non ultima la buona educazione oratoria-comunicativa!

Sgarbi, uomo colto e grande esperto d’arte, si ribellerebbe: vuole che tutti abbiano la sua memoria, cultura, esperienza,e quando il suo interlocutore tale non è sbanda e la sua eleganza, nota, diventa aggressione a volte offesa con quanto ne deriva.
L’argomento lungi dall’essere “estivo” ha una sua valenza in un Paese nel quale tutti pretendono interloquire, non per dare un contributo ma per dimostrare che sono vivi e vegeti: come nel mondo animale ove ululare, ringhiare o latrare ha valore di difesa-offesa!

Ne seppe qualcosa Mussolini che nell’incontro con Hitler a Feltre il 20 Luglio del 1943 – ove era andato a chiedere armi per l’Italia – subì un discorso del suo amico, vero peraltro, di più di due ore senza che riuscisse a parlare: dovette rientrare subito a Roma quel giorno bombardata per la prima volta, a mani vuote.
Parlare non è male. Annoiare si.