Politica

Pd, Antonio Ferrante presidente della Direzione regionale

E’ Antonio Ferrante, il nuovo presidente della direzione regionale del Partito democratico siciliano.

L’elezione è avvenuta ieri a Caltanissetta, alla presenza del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano e del segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo.

“Ringrazio Barbagallo e tutti i componenti – ha detto Ferrante – per avermi conferito l’onore di presiedere quella che sarà la Direzione chiamata ad affrontare la crisi più grave nella storia della Sicilia”.

Nel corso della riunione, Barbagallo ha attaccato duramente il governo regionale.

“Continuiamo a essere preoccupati – ha detto – dalla vergognosa incapacità del governo Musumeci. La insopportabile ordinanza sui migranti è l’ultima di una serie di provvedimenti e di annunci con cui si distoglie l’attenzione dai problemi reali per parlare invece alla pancia delle persone, sfruttando la paura e la difficile congiuntura economica. Sul Covid la nostre Regione è ultima per numero di tamponi realizzati in rapporto alla popolazione ed ha anche il più basso rapporto di guariti/dimessi rispetto ai positivi e il secondo maggior valore di ricoverati in terapia intensiva per 100 mila abitanti”.

“Non un solo euro – ha aggiunto – è arrivato nelle tasche dei siciliani. Dopo i disastri dei ritardi per la cassa integrazione il governo è rimasto prigioniero della finanziaria fantasma e tutti i settori produttivi sono in attesa di sostegni promessi e mai arrivati”.

Un passaggio della relazione del segretario è stato dedicato alle prossime amministrative: “Siamo chiamati – ha detto rivolgendosi all’assemblea – a dare un contributo di impegno e dedizione”.

Infine un pensiero del segretario del Pd per il mondo carcerario: “Non può passare inosservato il grido di dolore e di allarme che proviene dalle carceri e il più volte inascoltato appello del Garante dei detenuti per nuove e urgenti misure volte a sfoltire la popolazione carceraria”, ha concluso.

Nella foto, da sinistra: Anthony Barbagallo, Antonio Ferrante e il ministro Provenzano