Pd e Coop, solidarietà verso pescatori sicilia: richiesta tutela

“La testimonianza del sindaco di Mazara del Vallo questa mattina alle commissioni riunite esteri e agricoltura ci chiede, oltre alla condanna dell’episodio avvenuto, il massimo impegno per consentire ai pescatori di operare in sicurezza e per affrontare le criticità economiche e sociali conseguenti ad un fermo della pesca del gambero rosso, e della pregiata filiera che caratterizza quella comunità.

Il Pd chiede al Governo la istituzione tempestiva di un tavolo di crisi che coinvolga i ministeri competenti a partire da Mipaf, esteri, lavoro, sviluppo economico. Un tavolo che da un lato affronti la necessità di predisporre misure immediate, anche a partire dal decreto in arrivo, di sostegno a lavoratori e famiglie, e per arrivare ad accordi tra privati, e dall’altro stimoli l’UE ad un ruolo più attivo sulla gestione della pesca nel Mediterraneo anche a protezione degli eventuali accordi commerciali tra privati.

Contestualmente e necessario un lavoro di più lunga scadenza che veda l’esplorazione degli spiragli aperti durante l’incontro svolto dal Governo Draghi, circa gli accordi del 2008.” Lo dichiarano Susanna Cenni e Lia Quartapelle, rispettivamente responsabile politiche agricole, alimentari, forestali e responsabile Europa, affari internazionali e cooperazione allo sviluppo della segreteria Pd.

I pescatori italiani sono pronti a manifestazioni di protesta in segno di solidarietà ai colleghi siciliani che in questi giorni sono stati oggetto di attacchi da parte di pescherecci libici e turchi. Lo rende noto l’Alleanza delle Cooperative pesca, nel riportare il profondo malessere che anima le marinerie. Da qui la richiesta della cooperazione ad istituire un tavolo urgente di confronto con il governo italiano per evitare che quell’area del Mediterraneo si trasformi in una polveriera.

“Qualsiasi accordo si voglia perseguire a livello internazionale non può prescindere dal confronto con gli operatori del settore – fanno sapere dall’Alleanza – siamo di fronte a palesi violazioni del diritto di pesca in acque internazionali legalmente rivendicato dalla nostra flotta. Occorre ripristinare il rispetto delle regole ed evitare escalation di violenza”. Secondo la cooperazione “la pesca per la Libia ma anche per la Turchia, è solo un pretesto per alzare il livello di allerta e tensione in Europa; ci sono in gioco interessi geopolitici molto più vasta, ma a rimetterci non possono essere le nostre imprese e i nostri lavoratori. La soluzione non può essere quella di evitare di pescare in quell’area”, conclude l’Alleanza, nel chiedere “tutela dall’Italia e dall’Europa anche a costo di essere scortati dalla marina militare durante le battute di pesca”.