Roberto Murolo parlava d’amore tormentato nella sua famosissima canzone, ma quello tra PD e 5stelle era evidentemente un calesse e non un amore. Lo avevamo detto, spiace dirlo, che queste primarie dopo la fine del governo Draghi, erano non solo assurde ma ipocrite. Erano un mezzo per deresponsabilizzarsi da una battaglia percepita perdente, senza nemmeno un tentativo di combatterla. La guida del PD, in primis locale e poi nazionale, doveva fare una scelta, candidare un dirigente di livello, Provenzano per esempio, o qualcuno della sempre corteggiata Società Civile, capace di pescare in altri ambiti magari al centro, vista la tradizione moderata di quest’isola. Avevano interpellato pure il Capo della Comunità di Sant’Egidio, Emiliano Abramo, invece hanno scelto di fare le primarie con il sorriso ipocrita alla vai avanti tu che mi viene da ridere. Soltanto che qui c’è da piangere, tutti pronti a scappare a Roma, da Provenzano a Barbagallo, senza che nessuno porti avanti uno straccio di politica locale.
Oggi rimangono, per prima lo Stupor Sereno Mundi Letta, stupefatti ed attoniti per la fuga per la sopravvivenza dei 5stelle, che glielo hanno detto in tutte le salse che non volevano andare con loro. Prima il nome della Chinnici che non doveva essere messo sui simboli, poi volevano tutti gli assessorati compresa la Kamchatka e l’Ontario. Poi alla fine la scusa crudele è stata che le liste del PD erano piene di impresentabili, mentre i tafazzisti piddini si interrogavano da settimane su questo psicodramma, rinviando una direzione dietro l’altra. E quindi via dall’inciucio con Kriminal PD. Che poi dopo le frasi di Ruberti, “in ginocchio o ti sparo”, qualche pensiero gomorriano viene.
La verità era chiara. Sto matrimonio non s’aveva da fare. Era nato per un fidanzamento in decapottabile, al posto del calesse, tra il Troisi Barbagallo, con lo stesso sguardo emaciato, e il Barbuto Che Cancelleri. In cui lo scambio era chiaro Antony a Roma e Giancarlo alla Presidenza. Solo che erano altri tempi e non tenevano conto del Kronos Grillo che si è mangiato i suoi figli plurimandatari.
Le grida dei Piddini si alzano al cielo, tradimento, tradimento, quoque tu Bruto Conte, fili mi del progresso sostenibile.
Ed ora? Attendiamo altre due cronache di Narnia annunciate. Il ritiro della Signora Chinnici, che lapalissianamente dichiara la coalizione ops non c’è più, e la discesa in campo di quello che le chiedeva un anno fa le primarie, Claudio Fava. A cui il PD, pur non sopportandolo, dovrà fare da corona.
Così è se vi pare.