ROMA – “Venire meno alla sincerità della condivisione significa coltivare l’ipocrisia, allontanarsi dalla verità, diventare egoisti, spegnere il fuoco della comunione e destinarsi al gelo della morte interiore”, lo ha detto Papa Francesco nell’udienza generale nell’Aula Paolo VI, sottolineando: “Chi si comporta così transita nella Chiesa come un turista che soggiorna in un albergo, non la vive come sua casa e come sua famiglia. Una vita impostata solo sul trarre profitto e vantaggio dalle situazioni a scapito degli altri, provoca inevitabilmente la morte interiore”.
“Un tralcio staccato dal tronco e dagli altri rami, infatti, secca e muore”, ha ricordato Bergoglio nella sua catechesi sugli Atti degli Apostoli, e in particolare sul tema “fra loro tutto era comune”, concludendo: “Il Signore riversi su di noi il suo Spirito di tenerezza, che vince ogni ipocrisia e mette in circolo quella verità che nutre la solidarietà cristiana, la quale, lungi dall’essere attività di assistenza sociale, è l’espressione irrinunciabile della natura della Chiesa, madre tenerissima di tutti, specialmente dei più poveri”.