Per chi svolge dei lavori usuranti è possibile chiedere la pensione anticipata. Un lavoro è considerato usurante sia per quanto riguarda le mansioni quanto per i luoghi e gli orari di attività.
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Il nostro ordinamento prevede diverse forme di pensionamento agevolato riservate a chi svolge determinate professioni. La distinzione che viene fatta però è tra lavoratori gravosi e usuranti, e a seconda dei casi ci sono diverse strade per la pensione anticipata.
Scopriamo insieme quali sono i lavori che consentono di richiedere la pensione anticipata, per quanto tempo devono essere svolti e quali sono le agevolazioni previste.
I lavori usuranti sono descritti nell’articolo 1 del Dlgs n. 67 del 2011, racchiusi in quattro macro categorie:
1) Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti (articolo 2 del decreto del ministero del Lavoro del 19 maggio 1999), quali:
2) Lavoratori notturni (Dlgs n. 67 del 2011), quali:
3) Lavoratori addetti alla linea di catena, inteso come quel processo produttivo in serie contraddistinto da un ritmo determinato da misurazione dei tempi di produzione con mansioni organizzate in sequenze di postazioni svolgendo attività caratterizzate dalla ripetizione;
4) Conducenti di veicoli con capienza complessiva non inferiore a 9 posti adibiti al servizio di trasporto pubblico collettivo.
Per quanto riguarda le professioni che si possono definire gravose esiste un vero e proprio elenco. Le fonti normative sono due: le prime categorie sono individuate nel comma 162 della legge n. 205 del 2017, dopodiché la legge di Bilancio 2022 (legge n. 234 del 2021) ne ha aggiunte altre.
Nel dettaglio, le professioni gravose individuate dalla legge n. 205 del 2017 sono:
Con la legge di Bilancio 2022, l’elenco è stato così aggiornato:
Il messaggio numero 812 del 23-02-2024 fornisce le istruzioni per la presentazione, entro il 1° maggio 2024, delle domande di riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente usuranti e pesanti, con riferimento ai soggetti che perfezionano i prescritti requisiti nell’anno 2025.
La domanda in argomento può essere presentata anche dai lavoratori dipendenti del settore privato che hanno svolto lavori particolarmente usuranti e pesanti e che raggiungono il diritto alla pensione con il cumulo della contribuzione versata in una delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, secondo le regole previste per dette gestioni speciali.
In presenza di contribuzione versata nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti e nella gestione ex-ENPALS trovano applicazione le disposizioni di cui all’articolo 16 del D.P.R. 31 dicembre 1971, n. 1420. In presenza di ulteriore contribuzione, anche presso una delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, si applicano le istruzioni operative di cui ai messaggi n. 14371 del 1° giugno 2007 e n. 3324 del 14 marzo 2014, paragrafo 3.
In materia di accesso al beneficio per i lavoratori addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, si fa rinvio alle istruzioni fornite con le circolari n. 90 del 24 maggio 2017 e n. 59 del 29 marzo 2018.
In particolare, con la citata circolare n. 90 del 2017 è stato precisato che, in applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 1, comma 206, lettera c), della legge n. 232 del 2016, ai requisiti agevolati previsti per il pensionamento in argomento, adeguati agli incrementi della speranza di vita stabiliti a decorrere dal 1° gennaio 2013 e dal 1° gennaio 2016 – dai decreti direttoriali 6 dicembre 2011 e 16 dicembre 2014 – non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita previsti per gli anni 2019, 2021, 2023 e 2025. Pertanto, i requisiti pensionistici vigenti alla data del 31 dicembre 2016 non sono adeguati alla speranza di vita fino al 31 dicembre 2026.
La normativa che regola la pensione anticipata con la Quota 41, non cambia con il 2024. Continua ad essere una misura destinata esclusivamente ai lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età.
Indipendentemente dall’età, per poter utilizzare questa misura, è necessario aver maturato complessivamente 41 anni di contributi. Altro requisito richiesto per il lavoratore precoce è di avere contribuzione accreditata prima del 1996 (questo requisito ad oggi non influisce visto che chi ha 41 anni di contributi ha per forza iniziato a versare prima del 1996, ma potrebbe risultare penalizzante in futuro, a partire dal 2037).
Non bastano, però, i 41 anni di contributi e appartenere alla categoria dei precoci per poter accedere alla Quota 41, è necessario, infatti, anche appartenere a una delle categorie tutelate, ovvero: