La fine dell’anno si avvicina e ciò, per molti lavoratori e pensionati italiani, significa poter usufruire della Tredicesima. Si tratta di una somma che viene corrisposta in aggiunta allo stipendio o alla pensione a ridosso delle festività natalizie e che può certamente tornare utile per rinverdire le tasche di numerosi cittadini in un periodo contraddistinto da diverse spese extra.
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Oltre a questa cifra, vi è la possibilità di percepire un’ulteriore contributo da 154,94 euro così come stabilito dal comma 7 dell’articolo 70 della legge 388 del 23 dicembre 2020. Si tratta del cosiddetto Bonus Tredicesima, una somma che viene erogata ai pensionati.
Attenzione, però. Non tutti i percettori del trattamento pensionistico hanno diritto a questo importo aggiuntivo. Si tratta, infatti, di un’agevolazione che viene riservata soltanto a determinati soggetti ed è legata ad alcuni limiti di reddito.
Il Bonus Tredicesima è stato introdotto per la prima volta nel nostro Paese con la Manovra 2001 e costituisce in una somma economica supplementare alla canonica Tredicesima che viene aggiunta al cedolino della pensione del mese di dicembre. Il Bonus tredicesima non fa a costituire il reddito del percettore e, pertanto, non viene sottoposto a tassazione e non viene calcolato ai fini dell’ISEE.
Hanno diritto al Bonus Tredicesima:
Non avrà diritto al Bonus tredicesima quel soggetto che percepisce trattamenti assistenziali e chi è titolare di pensione dei dipendenti degli enti creditizi, dei dirigenti d’azienda e di trattamenti non aventi natura di pensione. Hanno invece diritto a un assegno parziale coloro che hanno un reddito superiore a 7.327,32 euro, ma comunque inferiore a 7.482,26 euro, vale a dire il trattamento minimo annuo al quale viene applicato il Bonus tredicesima.