Economia

Pensioni, cosa cambia dal 2023 con la riforma del Governo: regole, età e assegno minimo

La prima Manovra del Governo Meloni approvata nella tarda serata di ieri al Consiglio dei Ministri tratta anche le pensioni, con diverse misure definite e che saranno attuate a partire dal 2023.

Quando si andrà in pensione nel 2023

Dal prossimo anno, infatti, sarà possibile andare in pensione sfruttando Quota 41, che prevede appunto 41 anni di contributi e un’età anagrafica di 62 anni (di fatto una Quota 103).

Superata, così, la Legge Fornero che sarebbe rientrata automaticamente in vigore a partire dal 1° gennaio 2023 nel caso in cui non fossero stati adottati entro quella data delle nuove misure.

Per chi deciderà di rimanere ancora al lavoro anche quando saranno stati raggiunti i requisiti per il pensionamento, potrebbero essere fermati i contributi da versare da parte di lavoratore e datore di lavoro. Parte della cifra verrebbe inserita nella busta paga, con una crescita del 10% dello stipendio.

Opzione Donna e Ape Sociale

Novità anche per Opzione Donna, che è stata confermata. Si potrà andare in pensione a 58 anni con due o più figli, a 59 anni con un figlio e a 60 anni in altri casi.

Nel 2023 sarà ancora valida anche Ape Sociale, la condizione di pensionamento destinata a caregiver, disabili e a chi è impiegato in lavori gravosi o usuranti.

Salgono le pensioni minime

Ci sarà anche un ritocco delle pensioni minime. Attualmente, l’assegno minimo delle pensioni per l’anno 2022 è fissato dall’Inps a 524,35 euro per 13 mensilità.

A partire dal 2023 ci sarebbe stato già un adeguamento automatico di 38 euro a causa dell’inflazione, con il raggiungimento della somma di 562 euro. Adesso il Governo è intenzionato ad aggiungere un’ulteriore quota, avvicinando le pensioni minime al tetto dei 600 euro.