Peppino Impastato. Nato il 5 gennaio 1948, oggi l’eroe simbolo della lotta contro la mafia avrebbe compiuto 75 anni, nell’anno in cui cadono anche i 45 anni del suo assassinio da parte di Cosa Nostra e per cui è stato condannato il boss mafioso Gaetano Badalamenti.
Peppino Impastato, era nato nel piccolo paese di Cinisi, alle porte di Palermo, da una famiglia particolarmente legata a Cosa Nostra. Ben presto si staccò dalla famiglia denunciando il malaffare della mafia e per questo il padre lo cacciò di casa. E “Dal letame nascono i fiori”, cosi cantava De Andrè, in una sua celebre canzone. E da “quella montagna di merda” che è la mafia, come diceva Impastato, da quella in cui lui è sbocciato: un fiore bellissimo, unico e raro che non si è mai piegato, fino all’ultimo dei suoi giorni. Quella fierezza che hanno anche sua madre, Felicia e suo fratello Giovanni.
La comunicazione è stata da sempre, uno dei suoi grandi super poteri, magari avrebbe fondato una propria emittente radiofonica, e che ancora oggi con centinaia di giovani al suo seguito diffonderebbe con forza e tanta ironia il malaffare, la violenza e in generale tutto quello che riguarda la mafia in Sicilia. E se non la radio, di certo il giornalismo sarebbe un’altra grande avventura che Peppino avrebbe vissuto, magari insieme a Pippo Fava. Chissà.
La tecnologia avrebbe solo amplificato, tutto.
Peppino Impastato avrebbe una pagina Facebook, Twitter e Instagram con milioni di follower? Di sicuro oggi la sua “Radio aut” sarebbe web e social.
Fosse stato ancora vivo, Peppino Impastato sarebbe stato, con molte probabilità, un pioniere della comunicazione antimafia nel web con la stessa forza e la stessa lungimiranza con le quali lo fece negli anni Settanta.
Con lo stesso sguardo lungo e anticonformista, Peppino Impastato il figlio di una famiglia mafiosa, sarebbe stato anche tra i primi a fare ricorso ai social per lanciare la sua sfida ai mafiosi. E come nel suo programma radio “Onda pazza”, continuerebbe a farsi beffe di mafiosi e politici.
Peppino sarebbe stato un grande influencer. Milioni di follower, ogni diretta un trionfo. Perché le parole, sarebbero state trasmesse nella giusta direzione, senza nessuna demagogia, solo puro furore per la giustizia e la libertà.
Chissà, chissà che futuro avrebbe avuto in politica, Peppino Impastato. Forse un grande partito, e magari alla guida della Regione Sicilia. Chissà cosa penserebbe oggi della sua terra, e due suoi amministratori. E che direbbe di Salvini che vuole costruire il ponte sullo stretto di Messina, a tutti i costi.
O forse, Peppino avrebbe fatto l’insegnante a scuola, all’università, continuando a diffondere la sua saggezza, il suo pensiero, che ancora oggi i giovani vogliono conoscere e portare avanti.
Ecco cosa diceva Peppino Impastato e cosa direbbe oggi ai suoi alunni.
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante nel davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione a rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.
Marco Panasia