Un vecchio modo di dire recita: “Chi troppo in alto va, cade sovente e, precipitevolissimevolmente”.
Del resto, si potrebbe citare, per esempio, Pindaro, il quale riteneva di poter volare, ma il suo sogno finì in una tragedia.
Intendiamoci, non che non debbano esistere i sognatori, anzi! Ma essi dovrebbero restare con i piedi per terra, per tentare di trasformare i sogni in realtà.
La prima cosa che si dovrebbe fare è prendere atto della stessa realtà, dei fatti, delle circostanze e di quant’altro costituisca la base per potere edificare, o meglio realizzare, il proprio sogno.
Così hanno fatto tanti inventori, come Guglielmo Marconi (1874-1937), il quale intuì che vi fossero le onde hertziane, poi scoprì che c’erano e che potevano essere utilizzate. O come Rita Levi-Montalcini (1909-2012), che dedicò la sua vita alla ricerca in ambito neurologico e vinse il Premio Nobel nel 1986. E così via tanti e tante altri/e grandi che sono partiti/e da zero.
Dunque, la regola è che “per arrivare in alto occorre partire dal basso”. Infatti non si è mai visto, per esempio, che di un palazzo si costruisca l’ultimo piano prima delle fondamenta. Non si è mai visto che una statua esista prima di prendere forma da un pezzo inerte di marmo o di legno. E così via per la pittura, per uno strumento musicale, per una macchina industriale e persino per le idee. Bisogna sempre partire da un punto, intuendo dove si vuole arrivare.
Questo è il metodo della ricerca scientifica, che si effettua in tutto il mondo e alla quale i Paesi dedicano spesso poche risorse, nonostante sia fondamentale in tutti i settori, perché è proprio dalla ricerca che scaturiscono le scoperte e tutti quei meccanismi che aiutano l’umanità a evolversi.
Il discorso è generale, cioè vale per tutte le altre cose: vale per la scuola o l’Università, vale per il campo letterario, per l’astronomia, per la vita possibile in altri pianeti. Insomma, non c’è campo dello scibile umano che non abbia bisogno di partire dal basso, con umiltà, con forza di volontà, ma anche con la sensibilità necessaria per approdare a lidi supposti e persino non ancora esistenti.
Il percorso indicato, dal basso verso l’alto, è il contrario di quello che ritengono di percorrere i supponenti, i presuntuosi, i signori “so tutto”, quelli che non hanno la cultura necessaria per comprendere come ognuno di noi sia ben poca cosa rispetto a ciò che esiste, che tutto ciò che conosce l’umanità è quasi nulla rispetto all’immensità, con la conseguenza che bisognerebbe stare sempre con i piedi ben piantati a terra.
Questo non sempre avviene, per la semplice ragione che le persone umane sono fatte come sono fatte e non sempre capiscono che bisogna partire dal basso, studiando molto e imparando.
A fronte di questa necessità, dobbiamo constatare malauguratamente che l’utilizzo dissennato ed eccessivo degli smartphone sta portando a un’incremento della presunzione, perché attraverso le risposte lapidarie che si trovano su Internet si potrebbe credere di incamerare conoscenze. Non è così, perché una risposta lapidaria è solo un “punto” e non conta nulla se non è collegata con altri miliardi di “punti” per dare il senso a una cosa o circostanza.
Dunque, partire dal basso per arrivare in alto. Non è detto che ciò avvenga. Se non si sa operare, partire dal basso non necessariamente porta in alto, ma può fare restare in basso.
Qual è il lievito che consente di crescere e di far crescere? La sapienza, il sapere, la conoscenza. Ecco, sono questi gli ingredienti illuminanti di tutta l’umanità.
Una volta tali ingredienti erano racchiusi nei libri; ora sono accessibili a tutti/e e sono lo strumento per acquisire dati e informazioni che poi vanno opportunamente elaborate con metodo, ordine e capacità per proseguire sulla strada della conoscenza e quindi operare con sagacia, in modo da ottenere risultati.
Tanta gente ha seguito questo percorso e ha avuto successo in molti campi. Tanta altra ha supposto di fare cose di cui non era all’altezza ed è rimasta al pianterreno.