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Agriturist, “Per noi una carezza dopo una terribile mazzata”

PALERMO – Neppure il boom inatteso del periodo estivo permette, oggi, di considerare “pericolo scampato” la crisi profonda del comparto agrituristico siciliano.

Anche i siciliani hanno scelto gli agriturismi per le vacanze estive durante la fase più contenuta della pandemia e soggiornare all’aria aperta ha garantito salubrità e sicurezza, ma non ha permesso ai gestori di ridurre le perdite annunciate a maggio.

“Sembrerà strano – commenta il vice presidente nazionale Agriturist  Emanuele Savona – ma purtroppo oggi ci ritroviamo a dover confermare le stime sulla perdita (120 mila euro in media). Seppure agosto abbia rappresentato un mese record per l’occupazione delle camere, abbiamo registrato anche un record di costi. Il motivo lo si capisce con un esempio: cinque o sei coppie di siciliani richiedono servizi che devono essere impeccabili e per noi a costo pieno, ma ceduti a prezzi più calmierati e con un “up selling” (possibilità di vendere servizi extra) praticamente inesistente. Crediamo sia meglio un agosto pre-covid, con meno pernottamenti, piuttosto che un agosto come quello del 2020”.

Per cercare di spingere gli italiani a non abbandonare l’idea delle vacanze e parallelamente stimolare il settore turistico in tutte le sue forme, il Governo ha pensato un Bonus Vacanze. La misura è stata mal digerita anche dai gestori degli agriturismi siciliani. “E’ stato concepito male, pubblicizzato peggio e usato ancora peggio – spiega il vice presidente Savona. – Quando in diretta nazionale il presidente Conte ha comunicato che quest’anno gli italiani sarebbero andati in vacanza gratis si è avvicinato alla “pubblicità ingannevole”. In un momento in cui le aziende hanno un grosso problema di liquidità ci è stato chiesto di anticipare i costi. I numeri parlano chiaramente di un fallimento della misura, neanche il 10% degli aventi diritto lo hanno utilizzato, neppure il 20% delle strutture ricettive era intenzionato ad accettare il bonus”.

Il settore agrituiristico regionale rimane in sofferenza. “Le nostre strutture sopravvivono ed è già un risultato. In Sicilia abbiamo sicuramente attenuato il calo che quest’anno sarà comunque enorme e rimane l’obiettivo di presentarci come la più valida delle alternative alle strutture ricettive senza spazi aperti, ma finché la situazione non sarà normalizzata è impossibile riprendere i livelli di occupazione alloggi e ristorazione degli anni passati.

Il tema dell’occupazione – continua il vice presidente Agriturist – rimane tra i più caldi nei nostri tavoli di confronto. L’agriturismo rimane sempre una ricettività per piccoli numeri che non può e non deve competere con ristoranti di città e con alberghi in località turistiche. La maggior parte delle nostre aziende ha meno di dieci dipendenti e in pochissimi casi si apre per più di 200 giorni l’anno. Le aziende hanno preferito indebitarsi piuttosto che licenziare, ma in alcuni casi è stato impossibile trattenere collaboratori con necessità reddituali troppo elevate paragonandole ai flussi di cassa. Purtroppo reddito di cittadinanza e rigidità dei contratti di lavoro sono due grossi problemi che rendono ancora più complesso il reclutamento delle risorse umane”.

Anche gli agriturismi rientravano tra le piccole e medie imprese ammissibili alla misura Bonus Sicilia, che metteva sul piatto 125 milioni di euro tramite l’ormai famigerato Click Day. Modalità fallimentare e su cui la Regione Sicilia ha dovuto correre ai ripari dopo il mancato funzionamento della pagina online riservata alle aziende. Una figuraccia agli occhi dei piccoli imprenditori regionali.

Questo è solo l’ultimo esempio dell’inadeguatezza di tutto ciò che è pubblico e con cui ci interfacciamo – evidenzia senza remore Emanuele Savona – e dobbiamo sfatare un mito: gli imprenditori siciliani sono davvero bravi, probabilmente anche un po’ folli, spesso incoscienti e sempre dalle “corna durissime”. Se vivessimo in un paese efficiente potremmo vivere serenamente facendo il lavoro che amiamo, ma purtroppo quello che è accaduto è qualcosa che ci aspettavamo tutti. La Regione ha inventato un pacchetto di misure a sostegno delle imprese, come molte altre regioni hanno fatto (con soldi già nei conti delle imprese, ndr) ma purtroppo il plafond è basso, solo 125 milioni, che non copriranno comunque le richieste avanzate. Stiamo parlando di cifre molto basse rispetto alle perdite, 56 mila richieste per un totale di 675 mila euro cioè una media di 12 mila euro ad azienda. Nel 2020 le perdite sono state molto superiori, sarebbe giusto dare a tutti quello che hanno chiesto”.

Intanto è notizia di queste ore la pubblicazione sul sito dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana di un bando da cinque milioni di euro per sostenere gli agriturismi e le aziende didattiche colpite dall’interruzione delle attività a causa del Covid-19. Il contributo andrà da 3 a 7 mila euro ad azienda ed è calcolato in base al fatturato 2019, c’è tempo sino al 5 novembre per presentare la domanda sul portale del dipartimento regionale dell’Agricoltura.

Twitter: @ChiaraBorzi