Per i ruderi Imu non dovuta

ROMA – I ruderi non pagano l’Imu. Ma devono essere iscritti al catasto.
Lo sottolinea l’Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani) ricordando che a stabilirlo è la sentenza della Corte di Cassazione 10122 depositata l’11 aprile: con essa viene affermata l’impossibilità di assoggettare a Ici i fabbricati collabenti, iscritti nella categoria catastale fittizia F2.
I ruderi non hanno rendita dunque non si possono sottoporre a Ici o Imu.
Le unità collabenti, categoria catastale F2, sono quelle costruzioni caratterizzate da un notevole livello di degrado che ne determina un’incapacità reddituale. Ovvero unità immobiliari fatiscenti, ruderi, unità immobiliari demolite parzialmente, con il tetto crollato, fabbricati diruti. Esclusa dalla Corte anche la possibilità di imporre l’imposta sul valore venale del terreno dove è presente il rudere. Risulterebbero però non soggette a Imu solo le unità collabenti iscritte al catasto edilizio.
“Uncem due anni fa aveva chiesto all’Agenzia delle Entrate di precisare che per i ruderi, i diruti e i collabenti il passaggio da catasto terreni a catasto edilizio urbano non fosse obbligatorio. Chiarimento arrivato in una nota Uncem, d’intesa con Agenzia, del novembre 2017” sottolinea la nota.