Infrastrutture

Per il Ponte sullo Stretto nuova partenza con un vecchio progetto: tempi, dubbi e dettagli

Prosegue l’iter, appena riavviato, per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, anche se va detto che ancora siamo davvero agli albori della mega opera. Intanto, però, il primo nuovo passo per la realizzazione del Ponte che unirà la Sicilia con la penisola e Messina con Reggio Calabria è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il decreto legge del 31 marzo, n. 35, ha certificato la rinascita della società ponte dello Stretto e con questa, però, sembra, anche il vecchio rendering del ponte a campata unica che fu bloccato nel 2012 dall’allora governo in carica, quello del presidente Mario Monti. In questo modo è come se l’attuale governo Meloni, con la spinta del ministro alle infrastrutture Matteo Salvini, abbia portato le lancette dell’opera indietro di oltre 11 anni, ripescando il progetto di realizzazione di un’opera a campata unica, proprio quel progetto che è stato bocciato più volte dai tecnici perché troppo ambizioso e ricco di problematiche anche strutturali.

Anche questo, secondo il dibattito già in corso, sarà oggetto di dispute e divisioni, come appare sempre una nebulosa quella clausola nel testo dell’approvazione “salvo intese” che apre la porta a una serie di interrogativi grandi quanto una casa su un’opera che secondo una buona parte dei siciliani è bene accetta e beneaugurante come fonte di sviluppo.

Il progetto nel dettaglio

Vediamo entrando nel dettaglio in cosa consiste l’opera appena approvata. Si tratta di un progetto che secondo gli intenti del governo dovrebbe essere realizzato nei prossimi sette anni con una spesa che si aggirerebbe sui 10 miliardi e dovrebbe essere a campata unica, progetto che fu bocciato proprio nel 2012 dall’allora ministero alle Infrastrutture. Lo schema comunque è quello di ponte sospeso, con una lunghezza della campata centrale di 3300 metri sul mare e una lunghezza in totale costa-costa di 3666, con una larghezza delle campate laterali di 60,4 metri. Le torri dovrebbero avere una altezza di 399 metri, con coppie di cavi a sistema di sospensione, con una lunghezza complessiva dei cavi di 5320 metri e 44.323 fili di acciaio per ogni cavo di sospensione.

L’altezza del ponte dal mare sarà di 65 metri e sarà navigabile al centro per il transito delle grandi navi da crociare e portacontainer. Anche su questo punto ci sono divergenze. Il presidente di Federlogistica in passato ha chiesto ai vari governi che qualsiasi ponte dovesse essere realizzato sullo Stretto questo deve avere una altezza superiore ai 65 metri per non impedire il transito dei grandi portacontainer di ultima generazione e scongiurare che questi grandi colossi del mare siano un domani costretti alla circumnavigazione della Sicilia per raggiungere i porti di destinazione.

L’opera poi dovrebbe essere composta da 3 corsie, tre per ogni senso di marcia, compresa la corsia di emergenza, oltre a due binari per l’attraversamento dei treni. Inoltre il Ponte dovrebbe avere una capacità di 6000 veicoli all’ora e di 200 treni al giorno. A realizzare l’infrastruttura che dovrebbe dare lavoro per molti anni a migliaia di lavoratori dovrebbe essere la nuova società con l’ausilio di Rfi, Anas, Regioni Sicilia e Calabria, con una quota non inferiore al 51% garantita dal Mef e dal Mit. Il ministero alle Infrastrutture avrà funzioni di controllo, indirizzo e vigilanza tecnica e operativa.

La tenuta sismica

Altro particolare non irrilevante sono gli studi sulla tenuta sismica. Infatti il nuovo ponte dovrebbe riuscire a contenere ed assorbire una scossa sismica pari a 7,1 magnitudo della scala Richter e resistere senza problemi anche a raffiche di vento sino a 270 km-orari. Torniamo per un attimo alla questione della campata unica. In uno studio del 2021 il ministero alle Infrastrutture in uno studio elaborato avrebbe optato per un ponte a tre campate. A giudizio dei tecnici un ponte a campata unica presenterebbe delle criticità e avrebbe una campata unica superiore del 50% rispetto a quella del ponte più lungo realizzato a campata unica in tutto il mondo. Inoltre sarebbe stato segnalato anche un notevole impatto visivo anche per l’altezza delle torri con la vicinanza di zone sensibili dall’alto valore naturalistico. La soluzione invece a tre campate, con due pile a mare avrebbe innanzitutto un impatto ambientale meno grande e inoltre si avvarrebbe di tecnologie che sono state già realizzate con successo in altre parti del mondo dove sono stati realizzati ponti del genere. Insomma per i tecnici del Mise quella a campata unica potrebbe essere un salto nel buio oltre ad avere costi più alti rispetto a un’opera a tre campate che avrebbe anche e soprattutto una sicurezza maggiore a salvaguardia di terremoti e potenza del vento.

Nonostante i primi distinguo e le polemiche che questo progetto solleverà (siamo alle solite ) il ministero va avanti. Il ministro Salvini appena qualche giorno fa ha dichiarato che con la realizzazione del Ponte e il completamento dell’alta velocità nord-sud – si stima un dimezzamento dei tempi di percorrenza da Roma a Palermo che oggi sono pari a 12 ore”. Per il governo Meloni quindi il Ponte sullo Stretto rappresenta un’opera strategica per il completamento delle reti transeuropee del trasporto.

Il riavvio del piano per il Ponte sullo Stretto riapre la questione anche a livello locale per il futuro delle maestranze delle varie compagnie di traghetti e aliscafi oltre a tutto l’indotto che al momento operano sulle due sponde dello stretto e riattiva le voci del “No Ponte” dei comitati di cittadini e associazioni che sono pronti anche stavolta a dare battaglia contro l’opera. “Siamo pronti – ha dichiarato recentemente una Rete contraria all’opera – a ritornare in piazza. Si tratta per noi di un’opera distruttiva e inutile, con il rischio di un cantiere che resterà sempre aperto e incompiuto”.