Palermo

Per l’Albergheria una rivoluzione virtuosa nel segno della collaborazione tra le parti

PALERMO – Prosegue il percorso per mettere in regola il mercato dell’usato dell’Albergheria. La Giunta comunale, infatti, ha approvato le linee guida elaborate dagli uffici per avviare una sperimentazione di sei mesi, prorogabili fino a quando il Consiglio comunale non avrà dato il via libera all’apposito regolamento.

La rinascita dell’area, voluta dalla Circoscrizione, dai residenti e dalla parrocchia, segna dunque una nuova tappa all’interno di un percorso iniziato nel 2015 che punta a mettere a norma un mercatino che ogni giorno, per anni, ha infestato il quartiere (e in particolare l’area di piazza Napoleone Colajanni) con la vendita indiscriminata e incontrollata – spesso direttamente per terra, sulla strada e sui marciapiedi – di merce di qualsiasi tipo, non sempre legale o comunque di dubbia provenienza.

Non sono mancate negli anni le operazioni congiunte di Forze dell’ordine e Polizia municipale con multe e sequestri di merce e perfino animali, senza dimenticare le montagne di rifiuti che ogni giorno i mercatari abbandonavano a ogni angolo e che la Rap era costretta a rimuovere con le pale meccaniche. Da qualche tempo, però, ha preso il via un percorso virtuoso che ha visto impegnati tra gli altri l’Amministrazione e gli uffici comunali, istituti come il Pedro Arrupe e il Don Calabria, le partecipate, l’assemblea Sos Ballarò, i vigili urbani, la parrocchia, la Prima Circoscrizione e l’Università.

Con le nuove linee guida si volta pagina puntando, come evidenziato da Palazzo delle Aquile, “alla rinascita e alla regolarizzazione del Mercato storico, alla sistemazione e al recupero degli spazi pubblici, al decoro urbano, alla tutela dell’ambiente e alla pulizia delle strade, al coinvolgimento della popolazione residente, all’animazione culturale e allo sviluppo turistico”.

E veniamo ai dettagli tecnici della sperimentazione: “La gestione del mercato – hanno sottolineato dal Comune – sarà affidata a un soggetto identificato mediante bando pubblico, cui tutti coloro che vogliono partecipare alle attività mercatali dovranno aderire. I soggetti ammessi a partecipare all’attività di vendita e scambio saranno tutti coloro che risultino regolarmente iscritti al soggetto gestore del mercato, che non svolgono attività commerciale in modo professionale e che non siano titolari di autorizzazioni per l’esercizio di commercio in sede fissa o su aree pubbliche, ovvero artigiani che vendono i propri prodotti in forma imprenditoriale o professionale. Possono inoltre partecipare all’attività di mercato gli artigiani, i restauratori, i collezionisti e altri soggetti che non svolgano l’attività come principale (ovvero gli operatori non professionisti). Lo scambio potrà riguardare alimenti, arredi, piccoli elettrodomestici propri o donati da terzi di poco valore. I partecipanti sono suddivisi in base agli oggetti che espongono e distinti in due categorie: operatori non professionali mobilieri e operatori non professionali di oggettistica varia”.

“Sono previsti – hanno precisato ancora dall’Amministrazione – circa 300 stalli, di cui il 95% da assegnare ai venditori per bisogno abituali, il restante 5% è riservato ai soggetti diversi”, che dovranno essere collocati all’interno dell’area indicata nella delibera, ossia Via Grasso, via Ritiro di San Pietro, via Verga, via Avolio e parte di via San Francesco Saverio. I partecipanti al mercato dovranno versare un canone giornaliero per l’assegnazione del singolo stallo come contributo alle spese che il gestore dovrà sostenere e comprensivo del canone per il suolo pubblico, della tassa per la raccolta dei rifiuti e dei costi di riorganizzazione. Gli stalli dovranno essere allestiti la mattina presto dalle 6,30 alle 7,30 mentre le merci non potranno essere tolte né prima delle 12 né oltre le 14, orario di chiusura del mercato, che sarà attivo dal martedì alla domenica.

“Sappiamo – ha sottolineato il presidente della I Circoscrizione, Massimo Castiglia – che già la prossima settimana vedrà la luce l’associazione dei venditori, cui in tanti hanno manifestato di voler aderire, anche fra i residenti. Mentre prima il clima era di conflitto, ora è di collaborazione e di mutuo riconoscimento di ruoli per il bene del quartiere. Mi sembra un importante cambio culturale”.