“Il pensiero di Barreca è apparso rigido, immaturo e tende alla semplificazione della realtà con cui il rapporto appare fragile, presenta affettività impoverita. Tutte condizioni in grado di avere un rilievo nelle dinamiche relazionali disfunzionali”. Lo si legge nella perizia psichiatrica che ha dichiarato incapace di intendere e di volere Giovanni Barreca.
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L’uomo è accusato, insieme alla figlia e ai coniugi Massimo Carandente e Sabrina Fina, di avere ucciso la moglie e i due figli di 16 e 5 anni.
“Barreca ha ridotte risorse cognitive – si legge ancora sulla perizia -, testimoniate fin dall’infanzia (scarsa scolarizzazione e accidentato percorso di studi), ipocriticità e marcata suggestionabilità, difese inadeguate. Tutte condizioni di fragilità su cui possono attecchire facilmente credenze patogene autoalimentare o fomentate da dinamiche gruppali”.
I periti ritengono che l’interazione con la coppia, conosciuta durante riti di preghiera, abbia finito “per rafforzare e rinnovare meccanismi di dipendenza con pieno controllo della coscienza dell’indagato mediante meccanismi di sudditanza patologica”.
Nella perizia psichiatrica di Barreca un ruolo fondamentale è ricoperto dalla religione, in particolare dalle due figure di Fina e Carandente. “Sembra essersi creato un piccolo gruppo religioso in cui i due co-indagati possono aver assunto, secondo quanto riferito dal Barreca, un ruolo trainante, al di fuori di contesti di culto ufficiali – proseguono i periti – che ha rafforzato la convinzione che una presenza demoniaca avesse contaminato e ‘infettato’ la sua famiglia. Di loro Barreca diceva ‘cosa dicevano io facevo. Hanno fatto miracoli e prodigi …ci hanno preso la mente a tutti e cinque’”.
“La cellula di fedeli condivideva una visione – si legge ancora – orientata all’assolutismo (ovvero alla tendenza a spiegare ogni aspetto della realtà in funzione mistica), al fideismo (perché si richiedono atti di fede e dogmi, a cui bisogna aderire in maniera acritica), al manicheismo (l’interpretazione della realtà è caratterizzata da una distinzione netta e immutabile fra bene e male) e alla deresponsabilizzazione e alla tendenza a interpretare e ricondurre ogni evento sulla base della dicotomia bene-male e Dio-Satana”.
“Anche dopo i fatti, che si svolsero per diversi giorni e portarono al decesso, in tempi successivi, di tre stretti familiari del signor Barreca, i suoi comportamenti risultavano poco organizzati e indicativi del persistere di un’alterazione. Quando il Barreca abbandonò la casa, piuttosto che cercare la fuga, si mosse in maniera apparentemente confusa e poco organizzata, raggiunse degli esercizi commerciali e, a suo dire, in uno stato di esaltazione religiosa perdurante, utilizzò il proprio cellulare per sentire dei canti evangelici ad alto volume, tanto da ricevere l’attenzione di altri, fino a richiedere conclusivamente aiuto telefonico a un conoscente e a familiare”.