“In carcere si sta comportando bene e non si evincono elementi di ripristino di contatti con il contesto malavitoso”. Queste le parole con cui il Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila ha spiegato le ragioni in merito alla concessione di un permesso premio della durata di sei ore all’ergastolano Domenico Pace, 58 anni il prossimo 27 dicembre, di Palma di Montechiaro, uno dei componenti del commando della Stidda che uccise il giudice Rosario Livatino ad Agrigento.
Nei giorni scorsi la Cassazione ha rigettato il ricorso contro il decreto che era stato presentato dalla Procura del capoluogo abruzzese. Nel momento in cui venne arrestato Domenico Pace aveva 23 anni e ha scontato 35 anni di carcere. Durante la sua detenzione ha iniziato un percorso che lo ha avvicinato alla religione Cattolica e ha chiesto perdono per quello che ha fatto, ma non è un collaboratore di giustizia.
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