Inchiesta

Il personale costa molto ma rende poco e così nei Comuni i progetti sono fermi al palo

PALERMO – Se volessimo fare un paragone sportivo, mettendoci per esempio nei panni di un allenatore di calcio, potremmo pensare di dover schierare una squadra per competere in una manifestazione internazionale avendo a disposizione soltanto magazzinieri, massaggiatori e addetti alle manutenzioni. Senza voler nulla togliere alle professioni appena elencate a titolo esemplificativo, ci sarebbe da mettersi mani nei capelli al momento di confrontarsi con le altre realtà, rischiando inevitabilmente una grande figuraccia.

Più o meno è questo quello che sta succedendo nei Comuni siciliani, impegnati nella fondamentale sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza e in generale nell’ordinario – ma sempre importantissimo – compito di garantire ai cittadini servizi puntuali ed efficienti. I dipendenti ci sono, e come si può vedere dalla tabella in basso (elaborata dal QdS su dati forniti dalla Fondazione Gazzetta amministrativa e pubblicati da Adnkronos), costano anche molto alla collettività, ovvero 283 milioni di euro l’anno tra personale a tempo indeterminato e a tempo determinato, ma di qualità, che si traduce poi in termini di efficienza, purtroppo ce n’è davvero poca.

A certificare quanto abbiamo appena descritto ci ha pensato, qualche settimana fa, anche la Svimez (associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), che ha certificato come per il 62% dei Comuni del Sud la partecipazione ai bandi del Pnrr sia risultata complessa contro il 57% dei Comuni del Centro-Nord. All’interno dello stesso studio è stato sottolineato come la realizzazione di un’infrastruttura sociale al Sud richieda nove mesi in più rispetto alla media dei Comuni italiani.

Per queste ragioni, sempre secondo la Svimez, per scongiurare il rischio di non realizzare gli investimenti del Pnrr nei tempi previsti, è necessario dare continuità alle azioni di rafforzamento e supporto delle amministrazioni comunali.

Non si può certo dire che l’impegno, da parte degli Enti locali del Mezzogiorno e anche della Sicilia manchi, ma anche in questo caso l’assenza di qualità risulta determinante, visto che sempre secondo la Svimez tra i Comuni con meno di 30.000 abitanti risulta una partecipazione ai bandi Pnrr mediamente più alta nel Mezzogiorno, ma un tasso di aggiudicazione più contenuto. Tra i fattori che hanno generato criticità i Comuni del Sud hanno indicato soprattutto l’eccessiva complessità delle procedure: oltre il 40% dei Comuni ha avuto necessità di ricorrere a consulenze esterne per la partecipazione ai bandi.

Infine, le nuove stime Svimez sui tempi di realizzazione delle infrastrutture sociali confermano il gap di capacità realizzativa delle amministrazioni comunali del Mezzogiorno: i Comuni impiegano quasi tre anni per completare un’infrastruttura sociale, nove mesi in più della media italiana, un anno e mezzo in più dei Comuni del Nord-Ovest.

Ne esce fuori, quindi, un’Italia spaccata a metà, con una Sicilia che rientra pienamente in tute le criticità rilevate. Occorre dunque cercare di cambiare il paradigma del “più siamo e meglio è”, puntando invece sul potenziamento mirato degli organici degli Enti locali, tenendo sempre come obiettivo finale il miglioramento e l’efficientamento della Pubblica amministrazione.

È quello che sta provando a fare, a livello nazionale anche l’Associazione dei Comuni italiani, l’Anci, che nei giorni scorsi ha firmato con la Luiss Guido Carli un Protocollo d’intesa per promuovere iniziative volte al sostegno dell’imprenditoria giovanile e rafforzare le competenze dei Comuni nella definizione delle politiche per le giovani generazioni.

“In questi ultimi anni – ha detto il vice presidente vicario Anci Roberto Pella, presentando l’iniziativa – l’impegno di Anci per l’attuazione di progetti rivolti alle politiche giovanili sui territori si è andato progressivamente ampliando, raggiungendo un totale di oltre seicento progetti, di cui 570 gestiti direttamente da Comuni. Ritengo sia fondamentale avviare questo processo congiunto di rilevazione e analisi degli impatti che abbiamo prodotto, affinché le politiche pubbliche possano essere orientate verso i bisogni e gli ambiti che i giovani sui territori ci manifestano, a partire dall’orientamento e dalla formazione, e affinché i Comuni possano incrementare la propria capacità di programmazione”.

A illustrare l’accordo è stato anche il presidente della Luiss e Luiss School of Government Vincenzo Boccia, che da parte sua ha affermato: “Questo accordo, che consolida il rapporto tra la nostra Scuola e l’Anci, rafforza le attività congiunte di ricerca e didattica che hanno come focus le politiche giovanili nel nostro Paese. È fondamentale, infatti, avere un quadro chiaro anche delle misure e delle iniziative avviate da parte dei Comuni e degli Enti locali, per definire il giusto mix di soluzioni volte ad affrontare, in una visione integrata, il problema dei divari economici, sociali e generazionali. L’Italia ha bisogno di politiche che guardino ai giovani sia in una logica di sistema sia con policy a misura di territorio, per poter generare un impatto positivo nelle diverse realtà locali”.

Il vice segretario generale dell’Anci, Antonella Galdi, ha ricordato come “da anni, ormai, l’Anci è impegnata a promuovere iniziative e progetti per favorire la partecipazione attiva dei giovani all’impegno politico in ambito locale. Le nuove generazioni hanno bisogno di formazione e di stimoli, quelli che cerchiamo di dare attraverso Publica, la scuola Anci per i giovani amministratori. Altrettanto importanti sono però le sinergie con enti, associazioni e mondo accademico, come l’accordo che oggi sigliamo con la Luiss, voluto fortemente da Anci per stimolare percorsi formativi innovativi capaci di coniugare le esigenze e le potenzialità dei territori alle strategie di sviluppo nazionale e internazionale”.

Ovviamente, quello appena descritto è un percorso che produrrà i suoi effetti a medio e lungo termine, mentre per vincere la sfida – sempre più complicata – del Pnrr occorre correre e farlo in fretta. Ma anche questo, purtroppo potrebbe non bastare.