Operazione “Rear Window”, la polizia postale ha sgominato due gruppi criminali che spiavano ignari cittadini. Gli indagati sono complessivamente 11. Tra i luoghi interessati dalle perquisizioni e dalle indagini che hanno portato all’odierno risultato c’è anche una città siciliana, Ragusa.
L’operazione, che ha interessato 10 città in tutta Italia, si è conclusa con molte perquisizioni domiciliari e informatiche e con il sequestro di un’ingente quantità di materiale informatico.
I due gruppi criminali avevano creato un articolato sistema finalizzato alla violazione, mediante intrusioni informatiche, di impianti di videosorveglianza installati in case, palestre e studi privati.
L’operazione, che ha interessato 10 città su tutto il territorio nazionale, si è conclusa con altrettante perquisizioni domiciliari e informatiche e con il sequestro di un’ingente quantità di materiale informatico.
Il sistema criminale era finalizzato alla violazione di impianti di videosorveglianza installati per lo più presso abitazioni private, ma anche in spogliatoi di palestre, piscine e studi privati.
Spiavano la vita intima di centinaia di privati cittadini, bambini compresi, hackerando i sistemi di videosorveglianza installati in case, spogliatoi di piscine e palestre e perfino in studi medici. Poi vendevano le chiavi di accesso alle immagini per poche decine di euro.
Le vittime venivano spiate nei momenti più intimi, compresi i rapporti sessuali o gli atti di autoerotismo.
Sono 11 le persone indagate in tutta Italia dalla polizia postale nell’ambito dell’Operazione “Rear Window”. Le accuse sono di associazione per delinquere e accesso abusivo a sistema informatico. Al momento, le autorità non hanno proceduto per pedopornografia ma ciò potrebbe accadere presto.
Delle indagini, coordinate dalla Procura di Milano, si occupano la Polizia Postale di Milano e quella di Roma. La scoperta di questo sistema di “spionaggio” è avvenuta dopo la segnalazione di un cittadino e l’arresto di un uomo accusato di pedopornografia, anche grazie alla collaborazione con la polizia neozelandese.
Gli indagati dell’operazione sono dieci italiani e un cittadino ucraino, senza precedenti specifici e di età compresa fra i 20 e i 56 anni. Sembra che tutti coloro che spiavano cittadini ignari e li riprendevano avessero elevate abilità informatiche.
Nei due gruppi criminali, tutti avevano ruoli definiti: alcuni si occupavano della ricerca di rete impianti di videosorveglianza connessi a Internet; altri attaccavano i sistemi informatici; altri ancora, invece, valutavano gli ambienti inquadrati e la qualità delle riprese.