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Altro peschereccio di Mazara del Vallo in “zona a rischio” libica

C’è anche il motopeschereccio di Mazara del Vallo ‘Fenice’ nella Zona di protezione pesca che nel 2005 la Libia ha dichiarato, in maniera unilaterale, esclusiva, con l’intento di esercitare i diritti di sovranità sulle risorse ittiche. La capitaneria di porto di Mazara del Vallo ha allertato la società armatrice.

Già ieri avevano fatto ingresso nella zona ‘a rischio’ i pescherecci ‘Giuseppe Schiavone’, ‘Nuovo Cosimo’, ‘Artemide’, ‘Michele Giacalone’ e ‘Luciano Giacalone’ (quest’ultimo iscritto al registro navale di Napoli, anche se l’armatore è mazarese). Sono così 6 i pescherecci siciliani per i quali è stato accertato l’ingresso nella ZPP. Sabato scorso l’Unità di crisi della Farnesina aveva informato il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci che i due pescherecci ‘Giuseppe Schiavone’ e ‘Nuovo Cosimo’ erano in quella zona ritenuta ‘a rischio’.

Federpesca, “Il Governo affronti la questione”

“Noi rivendichiamo il nostro diritto al lavoro da decenni ma sulla questione della Zona di protezione pesca proclamata dalla Libia, il Governo italiano non ha saputo imporsi ed è necessario che oggi affronti la problematica”. Lo dice Santino Adamo, presidente di ‘Federpesca Mazara del Vallo’ che raduna parte degli armatori della città. Adamo sta seguendo la vicenda dei pescherecci di Mazara del Vallo che si trovano in acque internazionali ma che la Libia, invece, riconosce come esclusive.

“I banchi di pesca negli anni si sono ridotti notevolmente – spiega Adamo – e quindi gli equipaggi si spingono verso zone dove si pesca di più. Quella zona dove oggi si trovano quei pescherecci è una di queste. Noi rivendichiamo la nostra posizione, visto che i nostri equipaggi si trovano in una zona che il diritto riconosce come acque internazionali”.