Agricoltura

Peste suina, Confagricoltura e Coldiretti lanciano l’allarme e l’Ue osserva l’Italia

Si torna a parlare di peste suina in Italia. Mentre Confagricoltura e Coldiretti chiedono interventi immediati delle autorità e risorse negli allevamenti, la Commissione europea “segue con attenzione” i diversi “focolai” di peste suina africana osservati nei “cinghiali allo stato selvatico” in Italia (soprattutto nella parte continentale).

Ecco gli ultimi commenti a riguardo. La situazione ha destato già preoccupazione tra gli allevatori, che hanno manifestato – assieme a Coldiretti – a Roma lo scorso maggio. “Dopo il Covid, la peste suina”, si legge in uno dei cartelli.

Peste suina in Italia, Confagricoltura chiede interventi immediati

“Il tempo dell’attesa e dell’indecisione è finito con il primo caso di peste suina riscontrato ieri in un allevamento di suini nei dintorni di Roma. Per Confagricoltura, quanto accaduto era facilmente prevedibile ed evitabile se si fossero messe in atto le necessarie misure di prevenzione”, si legge in un comunicato di Confagricoltura.

“La minaccia, rappresentata dalla peste suina, è stato uno dei temi affrontati dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, nel corso degli incontri avuti ieri e stamani con alcuni rappresentanti del Governo. La Confederazione esprime forte preoccupazione per i rischi a cui l’intero comparto suinicolo nazionale oggi è esposto e torna a chiedere interventi radicali e immediati per il contenimento della popolazione dei cinghiali allo stato brado, principali vettori del virus”.

“La stessa concretezza e velocità sono necessarie sul fronte economico, riconoscendo alle aziende colpite sostegni per gli interventi di biosicurezza e ristori per i danni. La Confederazione continuerà a tenere alta l’attenzione sul tema fino a quando non si concretizzeranno i provvedimenti ormai non più rinviabili”. Questa è la conclusione del comunicato sulla peste suina, che chiede un intervento immediato delle autorità per frenare l’ennesima emergenza.

Coldiretti: “Servono risposte concrete”

Anche Coldiretti interviene sulla questione. “Per salvare gli allevamenti occorre dare risposte concrete con il contenimento del numero di cinghiali e risarcimenti immediati alle aziende costrette ad abbattere i loro animali, vittime dell’immobilismo degli ultimi anni delle istituzioni, nonostante le tante denunce ed iniziative messe in campo da Coldiretti”. Queste sono le parole di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

“Si è avverato ciò che non avremmo mai voluto, con la peste dei cinghiali che è arrivata all’interno di un allevamento”, sottolinea Prandini, mettendo in evidenza l’importanza del coinvolgimento del Ministero della Sanità per contenere l’emergenza.

“Il rischio – conclude Coldiretti – è che l’emergenza si allarghi e che siano dichiarate infette le aree a elevata vocazione produttiva con il conseguente pregiudizio economico. Questo potrebbe discendere per la filiera agroalimentare e l’occupazione in un settore strategico del Made in ltaly“.

Italia “osservata speciale” dell’Ue

La Commissione europea guarda con attenzione all’evoluzione della peste suina in Italia. Si mantiene infatti in contatto con le autorità nazionali nell’ambito del comitato Piante, Animali, Cibo e Mangimi (Paff). Questo è quanto dichiarato nelle scorse ore dal portavoce dell’esecutivo Ue per la salute, Stefan de Keersmaecker.

Durante un incontro con la stampa a Bruxelles, il portavoce Ue ha espresso preoccupazione per i due casi di peste suina osservati in un piccolo allevamento di maiali nel Lazio.

La peste suina africana, sottolinea de Keersmaecker, è “una malattia virale letale” per gli animali e costituisce quindi una “sfida mondiale estremamente urgente”.

La Commissione Europea “sottolinea la necessità di rimanere vigili” e “mettere in campo una legislazione molto robusta” per “eradicare una malattia devastante” per gli allevamenti.

Anche se la peste suina africana non colpisce gli esseri umani, ha conseguenze socioeconomiche gravi. In particolare, è dannosa per gli allevamenti e il settore primario, già messo a dura prova dalla crisi post-Covid e dai rincari degli ultimi mesi.