Scambio elettorale politico-mafioso. Con quest’accusa i carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno arrestato un pregiudicato vicino a Cosa nostra e un consigliere comunale di Petrosino, ristretti il primo in carcere e il secondo agli arresti domiciliari. Il provvedimento, emesso dal gip di Palermo su richiesta della Dda, scaturisce dalle indagini per la cattura dell’ex latitante Matteo Messina Denaro che il 6 settembre avevano portato all’arresto di 35 persone (operazione Hesperia) indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.
Secondo la ricostruzione del giudice, il pregiudicato – condannato per aver favorito in passato la latitanza degli allora vertici del mandamento mafioso di Mazara del Vallo e arrestato nell’operazione Hesperia – avrebbe procurato voti in favore del candidato consigliere comunale di Petrosino arrestato oggi in cambio di soldi e della sua disponibilità a soddisfare le richieste di Cosa nostra. Gli incontri tra i due risalirebbero all’aprile del 2022. L’indagato, sottolineano gli investigatori, avrebbe svolto “una vera e propria campagna elettorale, anche accompagnando il politico, porta a porta, nelle case popolari, in cambio di denaro, della promessa di lavori socialmente utili per sé e per alcuni accoliti, nonché dell’assunzione di amici nell’azienda dove lavorava il candidato sponsorizzato”.
Effettuate anche due perquisizioni domiciliari e notificati due avvisi di garanzia, sempre per il presunto reato di scambio elettorale politico-mafioso, nei confronti di un altro consigliere comunale di Petrosino, indiziato di avere beneficiato di voti da parte dell’associazione, e di un altro indagato, che avrebbe assicurato comunicazioni riservate con gli altri soggetti coinvolti.