L’Italia si dota per la prima volta di uno strumento nazionale di programmazione del settore dei rifiuti: il Programma nazionale di gestione dei rifiuti, previsto dalla nuova direttiva europea sui rifiuti. Il Ministero dell’Ambiente ha annunciato di volere coinvolgere tutti gli stakeholder del settore per la definizione dei contenuti del Programma.
Finalmente l’Italia potrà disporre di qualcosa che assomiglia a quella Strategia nazionale sui rifiuti da noi richiesta già due anni fa, seguendo il positivo esempio del settore energetico. Ma va evitato un gioco al ribasso da parte del Ministero e del Governo: serve al Paese un vero e proprio programma nazionale, che contenga tutti gli elementi di programmazione del settore (fabbisogno impiantistico, strumenti economici, cronoprogramma per il raggiungimento degli obiettivi) e non si limiti a definire generiche linee guida per i Piani delle Regioni. Uno strumento necessario sia per orientare una politica nazionale di settore, sia per rappresentare alle istituzioni europee la nostra “road map” per raggiungere tutti gli obiettivi delle nuove direttive e del “Pacchetto economia circolare”.
Il Programma deve quindi contenere l’analisi del deficit impiantistico attuale, la definizione puntuale del fabbisogno di nuovi impianti di recupero e smaltimento, il cronoprogramma per la loro realizzazione compatibile con la tempistica di raggiungimento degli obiettivi (riciclo, discarica, imballaggi), nel rispetto delle competenze regionali e del principio di concorrenza e apertura del mercato per i rifiuti speciali e gli impianti di recupero.
Il Programma deve stimare la dinamica della produzione di rifiuti nei prossimi 10/15 anni, definire le misure di prevenzione ed indicare le modalità per il monitoraggio annuale della verifica dei risultati di tali misure, oltre che del raggiungimento dei diversi obiettivi. Una base realistica su cui poggiare le stime dei fabbisogni e dei deficit.
Il Programma dovrebbe anche contenere gli eventuali riferimenti alla disponibilità di risorse pubbliche per gli investimenti (Stato, Next Generation UE, Fondi Strutturali 2021/27) e il tipo di strumenti economici a sostegno del funzionamento degli impianti (EPR, incentivi al riciclo, incentivi al recupero energetico, tassa discarica).
Un programma nazionale che confermi le scelte fatte in questi anni dalle Regioni virtuose, ma che definisca tempi e modi perché tutte le Regioni Italiane raggiungano gli obiettivi ambientali e gestionali previsti dalle normative europee.