CATANIA – “Il governo nazionale ha introdotto per le imprese del Mezzogiorno un taglio del 30% al carico contributivo, determinando una riduzione del costo del lavoro che si stima essere fra il 7 e il 9%. – ha dichiarato Salvatore Gangi, presidente del Comitato regionale Piccola Industria di Confindustria in Sicilia – La misura non è però stata accolta con eccessivo favore, anzi, non sono mancate critiche da parte di chi ha eccepito come essa implichi un indebitamento netto di 1,4 miliardi di euro solo per il triennio ottobre-dicembre. Francamente, non comprendo come si possa criticare l’intervento di Palazzo Chigi. È sicuramente sindacabile la sufficienza o meno dello stesso (occorre soltanto un minimo di buon senso per comprendere che se a quest’intervento se ne aggiungessero di ulteriori, tipo sulle vitali infrastrutture, i benefici per la collettività sarebbero moltiplicati), ma sulla sua intrinseca bontà non penso nessuno possa obiettare qualcosa”. “Non capisco, inoltre, come si possa pensare che esso non sia utile a creare posti di lavoro. A quale imprenditore non è capitato di non poter procedere con l’assunzione di una risorsa, magari per ricoprire un nuovo ruolo in organigramma, per il timore di avere già un costo del personale elevato? Per non parlare dei tanti infortuni sul lavoro, spesso causati anche dalla certo criticabile abitudine, che in talune imprese è però mera necessità, di far svolgere a quattro persone un lavoro che sarebbe meglio fossero in cinque a svolgere. La novità voluta dal governo Conte è sicuramente perfettibile, ma per gli imprenditori meridionali, soprattutto piccoli, è comunque ossigeno”.