La Sicilia, in dieci anni (dal 2010 al 2020) ha perso qualcosa come 15 miliardi di Pil (il dato Istat si riferisce al prodotto interno lordo a prezzi di mercato, valori concatenati con anno di riferimento 2015), registrando una variazione negativa pari quasi al 16%.
La nostra rappresenta la peggiore “performance” in Italia dopo quella, particolarmente disastrosa della Calabria che rispetto al 2010 nel 2020 ha visto crollare il Pil del 16,6% ma in valore assoluto ha perso “solo” 5,7 miliardi.
Terzo posto in negativo per la Valle d’Aosta che nello stesso periodo ha perso il 15,8% pari a 0,8 miliardi di Pil.
La fotografia impietosa che viene fuori dall’elaborazione dei dati Istat (vedi tabella in basso) trova conferma anche nei numeri elaborati dall’Ufficio Studi Cgia su dati Prometeia. Le stime sul Pil 2022 non ci riportano ai livelli pre-Covid: lo scostamento percentuale rispetto al 2019 in Sicilia è pari a -0,3% nonostante sia previsto un incremento del 3% del Pil sul 2021.
Non va meglio con le stime sui consumi delle famiglie nel 2022: rispetto al 2019 l’Isola che è ancora indietro del 3,8%. Una boccata d’aria arriva però dalle stime 2022 sull’export: la Sicilia è al primo posto nel 2022 con un +15,5% rispetto al 2021 un +21,9% rispetto al 2019. Bene anche gli investimenti che nel 2022 cresceranno sull’anno precedente del 10,2% e del 17,1% rispetto al 2019… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI