Inchiesta

Dal Pil al turismo, dal lavoro alla Sanità: il disastro siciliano “certificato” dall’Eurostat

La Sicilia è passata da un Pil pro capite (a prezzi correnti) di 17.100 euro nel 2010 a 17.300 euro nel 2020 occupando così la posizione numero 216 nella classifica delle 241 regioni europee rispondenti (242 in totale).
Ma il peggio deve ancora arrivare: il dato relativo al tasso di occupazione tra i 15 e i 34 anni ci vede addirittura al terz’ultimo posto tra le regioni Ue (28,4%). Penultimi per percentuale di popolazione a rischio povertà (38,2%).

I dati Eurostat delineano uno scenario drammatico

Gli indicatori economico-sociali-occupazionali del database Eurostat delineano uno scenario drammatico rispetto al quale, vista l’attuale situazione di instabilità politica ed economico-finanziaria, non si intravedono possibili spiragli di miglioramento. I presupposti, vedi inflazione, caro energia, emergenza Covid, sembrano piuttosto quelli di un possibile peggioramento del quadro internazionale, all’interno del quale le regioni più fragili, come la Sicilia, per l’appunto, sono destinate a pagare il prezzo più alto.

Il dato sui Neet ancora più allarmante

“Ancora più allarmante – dichiara l’economista, Rosario Faraci, al Qds (intervista integrale) – è il dato sui Neet, ovvero i giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano e non sono inseriti in un percorso di studio né di formazione. Col 37,5% la Sicilia è al primo posto in Italia”.

I livelli più elevati del Pil regionale sono stati registrati nei principali centri di attività economica (spesso all’interno di aree amministrative relativamente ampie). La regione della capitale francese dell’Île-de-France, ad esempio, ha avuto di gran lunga la più grande economia in termini di Pil (710 miliardi di euro), seguita dalla Lombardia (365 miliardi di euro) e dalla regione della Germania meridionale dell’Alta Baviera (273 miliardi di euro)… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI

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