Sicilia in zona gialla vuol dire – finalmente – nuove riaperture! Per ristoranti e bar, soprattutto, seppur ancora si tratti di aperture frammentarie. Da qualche giorno le attività di ristorazione sono tornate ad accogliere i clienti garantendo loro il servizio al tavolo sino alle ore 23, unicamente negli spazi esterni. Già perché per poter tornare a sedere anche al chiuso bisogna attendere il prossimo 1 giugno, come disposto dall’ultimo Decreto governativo. Era uno sblocco tanto atteso nell’isola, proprio perché la Sicilia è stata una delle ultime regioni a raggiungere il famigerato “giallo”.
Dopo tanta incertezza e tira e molla continui, adesso è stato finalmente programmato con date certe il calendario delle ripartenze. “Attendevamo con ansia la calendarizzazione di queste riaperture seppur graduali – ha sottolineato Dario Pistorio, presidente regionale di Fipe Confcommercio – che hanno permesso di dipanare quella confusione che regnava tra gli esercenti siciliani. Certamente è importantissimo ripartire e tornare alle proprie attività, quello che più è mancato. Adesso si ha un quadro chiaro con date stabilite dal governo nazionale, sebbene non manchino di certo ancora i nodi da sciogliere. Siamo consci, però, che non potevamo chiedere la perfezione assoluta!”
Il numero uno di Fipe Confcommercio Sicilia fa riferimento alle categorie ancora da tutelare all’interno di questo programma di ripartenza, ovvero il settore degli eventi e cerimonie – e quindi servizi catering & banqueting – e le discoteche. “Chi si occupa di matrimoni e cerimonie in genere, insieme a tutto l’indotto dei servizi correlati tra cui il catering, ad oggi conosce la data di ripartenza, che sarà il prossimo 15 giugno, ma non vi è ancora un protocollo chiaro e definito. È stato inoltre stabilito che ogni partecipante a qualunque tipo di cerimonia dev’essere in possesso di certificazione che attesti la negatività al Covid-19 entro le 48 ore precedenti o vaccinazione effettuata o di aver contratto il virus ed essere poi guarito. In sostanza ogni evento va organizzato per così dire in bolla, allora non è chiaro perché si sia deciso di ripartire il 15 giugno e non già l’1 giugno prossimo. Perché negare 15 giorni di cerimonie, magari già programmate da tempo, se i partecipanti devono obbligatoriamente esibire la certificazione antiCovid? Questo aspetto, a mio avviso, è una lacuna.”
E sui club e discoteche: “Non vi è di contro – ha proseguito Pistorio – una previsione di riapertura, allo stato attuale, per le discoteche. C’è da considerare come già in varie parti d’Europa si stiano ponendo le basi per le riaperture in tutta sicurezza, ovvero mediante test rapidi all’ingresso di ogni discoteca con costi irrisori previsti già nel prezzo del biglietto d’ingresso. E in Italia perché ciò non è possibile? È stato solo programmato un evento prova prossimamente a Gallipoli, null’altro. Senza alcun’altra data nota per il settore.”
Sussiste, inoltre, una richiesta verso gli organi governativi di proroga dei mutui e ulteriore blocco delle tasse: “Logica impone – ha concluso il presidente di Fipe Confcommercio regionale – che ogni attività abbia bisogno di un certo numero di mesi, almeno sei, per rimettersi in carreggiata. Ciò comporta che i mutui in essere e le prossime tasse vadano perlomeno fatti slittare, affinché ogni imprenditore possa trovarsi nelle condizioni di riprendere il percorso bruscamente interrotto.”
FRANCESCO RICCA