PALERMO – La presenza eccessiva del particolato Pm10 nell’aria siciliana è motivo di preoccupazione. I dati, messi a disposizione nell’annuario dei dati ambientali emesso dall’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, raccontano una presenza sopra i limiti giornalieri in diverse giornate e in diverse stazioni di rilevamento delle polveri fini, denominate Pm10. Si tratta di particelle inquinanti presenti nell’aria che respiriamo, e possono essere di natura organica o inorganica e presentarsi allo stato solido o liquido.
Nel corso del 2023 le stazioni fisse di monitoraggio che hanno misurato i dati del Pm10 sono state 56, tutte con copertura temporale sufficiente per la verifica dei valori di rifermento o almeno con sufficiente distribuzione temporale nell’anno. La valutazione è stata effettuata per tutte le zone e gli agglomerati in cui è suddiviso il territorio regionale, secondo la zonizzazione vigente. Prendendo le stazioni che fanno parte del programma di valutazione della qualità dell’aria, il valore limite espresso come media annua (40 μg microgrammi/metrocubo) non è stato superato in nessuna stazione.
La massima concentrazione annua è stata registrata nell’agglomerato di Palermo, dalla stazione Pa-Di Blasi (32μg/metrocubo). Allo stesso tempo, però, sono stati registrati superamenti del valore limite giornaliero (50 μg/m3) in tutte le stazioni di monitoraggio. In particolare, la stazione Rg-Villa Archimede ha registrato un numero di superamenti pari a 41, superiore a quelli ammessi dal decreto legislativo di riferimento, numero 155/2010, che fissa il limite a 35.
Le stazioni di traffico hanno registrato le più alte concentrazioni medie annue. La situazione è migliore in riferimento alla presenza del biossido di zolfo. Nel corso del 2022 le stazioni di monitoraggio che hanno misurato i dati della concentrazione del biossido di zolfo sono state complessivamente 39 di cui 29 fanno parte del programma di valutazione della qualità dell’aria. Nell’anno non sono stati registrati superamenti del valore limite per la protezione della salute umana, come previsto dal decreto legislativo 155/2010, né come media oraria (350 μg/m3) né come media su 24 ore (125 μg/m3).
Per quanto riguarda il livello critico per la protezione della vegetazione è in corso l’elaborazione della zonizzazione del territorio nazionale, in collaborazione con l’Ispra, l’istituto per la protezione dell’ambiente, e la definizione delle stazioni di monitoraggio da utilizzare per la valutazione in merito al biossido di zolfo. La concentrazione annua di tale elemento deve mantenersi, secondo legge, al di sotto del valore critico per la protezione della vegetazione pari a 20 μg/m3. In attesa che venga emanato dal ministero il documento con le linee guida per l’iter del progetto di zonizzazione, è stata valutata in tutte le stazioni e nessuna ha superato tale livello.
La concentrazione media annua più alta è stata registrata nella stazione Me (Messina)-Villa Dante, per un valore pari a 8μg/m3. Risultati che necessitano di riflessione ma che lasciano soddisfatti, soprattutto se seguite dall’attuazione delle misure previste nel piano regionale di tutela che, oltre ad un miglioramento complessivo della qualità dell’aria, potrebbe permettere di superare in particolare le criticità negli agglomerati urbani.
E porrebbe non poche sfide la proposta della Commissione europea di aggiornare i limiti imposti dalla direttiva. Ad esempio, nel caso del Pm10, è stato proposto di ridurre la concentrazione annua a 20 μg/m3, valore che entrerebbe in vigore a gennaio 2030. Rispetto a tale limite ad oggi l’86% delle stazioni registrano un superamento.