Ragusa

Pmi, provincia di Ragusa a rischio. “Emorragia di occupati”

RAGUSA – “Venti lavoratori, occupati in piccole e medie aziende, hanno perso il lavoro, in provincia di Ragusa, dall’inizio del mese di dicembre a oggi. Come dire che abbiamo bruciato un’occasione occupazionale al giorno in quest’ultimo periodo. E non ce lo possiamo permettere. Soprattutto quando il nostro territorio fa registrare problematici passi indietro a causa del caro energia”.

È quanto dice la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, dopo avere esaminato le dinamiche occupazionali degli ultimi giorni nell’area iblea che, purtroppo, non fanno altro che confermare le preoccupazioni manifestate già qualche settimana addietro.

“Abbiamo di fronte un inverno sindacale alquanto problematico – continua – in cui dovremo cercare, per quanto possibile, di tenere la barra dritta, limitando i disagi che si potranno presentare. C’è un problema legato alla crescita dello sviluppo sostenibile. Gli spunti ci sono. Mancano le modalità di attuazione. E così possiamo compiere pochi passi in avanti”.

“Abbiamo già chiesto, a livello nazionale – sottolinea ancora Carasi – quali sono i provvedimenti da assumere per cercare di compiere una svolta. Bisogna assicurare la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all’inflazione. Bene l’intervento per la perequazione delle pensioni base, ma bisogna alzarla anche a quelle medie. La Cisl considera questa una grande priorità. Poi dobbiamo tornare indietro rispetto ai troppi vincoli su Opzione Donna.”

“Pensiamo – aggiunge – che occorra assicurare gli attuali requisiti ed evitare forme di discriminazione. E, ancora, dobbiamo alzare l’importo per l’esonero contributivo a chi assume donne e giovani. Riteniamo che la misura positiva del taglio del cuneo fiscale vada alzata a 35.000 euro. Queste sono state le nostre richieste, queste le prospettive su cui occorre lavorare”.

“In provincia di Ragusa, stante l’attuale situazione – conclude Carasi – rischiamo di perdere altri 200-300 posti di lavoro nei prossimi quattro-cinque mesi. E non possiamo certo rimanere a guardare. Si rende necessaria una prospettiva operativa a medio e a lungo termine per fronteggiare questa emorragia di occupati”.