TRAPANI – Quasi un miliardo e mezzo di euro da spendere per l’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di Ripresa e resilienza, nella sola provincia di Trapani. Una cifra enorme, che rischia di diventare preda della malavita, che potrebbe tentare di insinuarsi nelle centinaia di cantieri previsti. A prescindere dal rischio criminalità, poi, è necessario lavorare in modo efficiente per utilizzare le risorse al meglio.
In questa ottica, è stata avviata la costituzione di una cabina di coordinamento, sotto la direzione del prefetto Daniela Lupo, insieme al rappresentate della Regione e del Libero consorzio della provincia di Trapani e al direttore della ragioneria territoriale di Trapani, che raccoglie i sindaci dei Comuni della provincia che sono titolari di interventi che rientrano nel Pnrr. La cabina di regia, una volta costituita, si riunirà periodicamente per favorire le sinergie tra le diverse amministrazioni e per rafforzare le attività di collaborazione e supporto alle amministrazioni locali, mentre si rimane in attesa delle linee guida che saranno adottate dalla struttura di missione istituita alla presidenza del Consiglio dei ministri, che definiranno nel dettaglio i piani di azione e di intervento.
Un modo, quindi, per confrontarsi e coordinarsi ed evitare che cifre tanto importanti possano andare perdute o essere spese in modo sbagliato. L’intera provincia di Trapani riceverà un totale di 1,3 miliardi di euro, dei quali circa un milione sono da attribuire al Pnrr, mentre poco più di 300 milioni di euro arrivano da altre risorse. La cifra sarà distribuita su un totale di 1.275 progetti, di cui 6 di competenza dell’ex Provincia.
La sola Trapani vedrà la realizzazione di 215 progetti, per un totale di 527 milioni sul Pnrr e 16 tratti da altre fonti. Marsala, il Comune con più abitanti del territorio, conta 22 progetti, per circa 26 milioni di euro. Il resto dei progetti si distribuisce un po’ su tutti i Comuni, che hanno colto l’occasione per cercare di raccogliere fondi per le diverse esigenze, espresse in quelle che nel Pnrr vengono chiamate “missioni”, in totale sei ovvero aree tematiche principali su cui intervenire, individuate in piena coerenza con i pilastri del Next Generation Eu.
Le missioni si articolano in componenti, aree di intervento che affrontano sfide specifiche, composte a loro volta da investimenti e riforme La prima missione si riferisce a digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; quindi, rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca. In ultimo, da una parte, coesione e inclusione, dall’altra, la salute.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu, il pacchetto da 750 miliardi di euro, costituito per circa la metà da sovvenzioni, concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica, che tra il 2020 e il 2022 ha stravolto il mondo intero, lasciando strascichi economici e sociali non indifferenti; un sostegno, quindi, per recuperare lo spazio perduto e fare ripartire settori che hanno particolarmente sofferto la crisi legata all’emergenza sanitaria.
Il Piano si articola in sei missioni. Nell’intera Regione al momento sono stati approvati 15.918 progetti, per un totale di quasi 20 miliardi di euro. Di questi, quasi 11 miliardi vanno alle infrastrutture, che conta il minor numero di progetti, appena 226, ma dagli importi maggiori. Moltissimi i progetti dedicati alla digitalizzazione, quasi 5 mila, con costi comunque contenuti, di “appena” 800 milioni di euro.